Terrorismo (4): obiettivi e intenzioni, un panorama di propositi agghiaccianti
L’Aquila – “CARBONIZZARE NAPOLITANO E LA SUA SCORTA” – COLPIRE TUTTE LE SEDI DI EQUITALIA E CHI C’E’ DENTRO” – BOMBA AL MERCATO MULTIETNICO DI PESCARA – Emerge un florilegio inquietante di fanatismi, obiettivi e intenzioni dalle intercettazioni telefoniche sulle “menti” dell’organizzazione smantellata dai ROS. Obiettivi umani di attentati dovevano essere Laura Boldrini, Mario Monti, Enrico Letta, l’ex ministra Kyenge, l’on. Casini, l’ex presidente abruzzese Chiodi e altre personalità dello Stato e delle istituzioni, fino al vertice. In una intercettazione si sente anche parlare di una richiesta di soldi a Berlusconi. Obiettivo più volte indicato, i centri di accoglienza per immigrati, gli edifici in cui si affollano, i luoghi che li accolgono.
In un post intercettato il 28 settembre 2013 su Facebook, Stefano Manni, ritenuto capo del gruppo, scrive: “Se non lo dico scoppio. Questo e’ il momento storicamente perfetto per carbonizzare Napolitano e la sua scorta. Da qui deve iniziare la liberazione d’Italia”.
Tra gli obiettivi: colpire tutte le sedi Equitalia con ordigni ad alto potenziale, quando i dipendenti sono dentro. Gia’ perche’ Equitalia non ha un corpo e un’anima, opera (ed uccide) per messo dei suoi dipendenti. Diffondere”. A seguire altro messaggio “indicativo dello spirito rivoluzionario e stragista”. “Credo – scrive sempre Manni su Facebook – che voi non abbiate capito bene. Se i Maro’ dovessero essere condannati a morte si aprira’ una stagione di sangue”.
“L’indagine dovrà essere approfondita, per molti altri aspetti, abbiamo agito in modo preventivo per evitare che l’organizzazione entrasse in azione”. Lo ha detto – scrive l’AGI – il generale Mario Parente, comandante del Ros dei carabinieri nel corso della conferenza stampa di oggi a L’Aquila. “Si tratta – ha aggiunto – di un gruppo potenzialmente molto pericoloso che si richiamava agli ideali dell’estrema destra degli anni Settanta, in particolare al disciolto movimento politico Ordine nuovo, non a caso si chiamava avanguardia ordinovista”. All’ideologia neofascista tipica degli anni Settanta si sono affiancati temi più recenti come quella dell’immigrazione, che loro definivano l’invasione degli stranieri in Italia. “A fronte di una visibilità sulla rete internet che serviva per fare proselitismo ha quindi osservato Parente – l’organizzazione aveva un profilo strettamente clandestino, esisteva un sistema di comunicazione interno impenetrabile”.
“Li hai contatti quelli no?”. “Si, si”. E ancora: “Per sto cazzo di compleanno quanto costano le caramelle, che ti hanno detto”. “Mi hanno detto 6-700 euro per un AK .A grandi linee e’ come negli anni Settanta, solo che con la tecnologia avanzata dobbiamo stare molto piu’ attenti”. E’ una delle innumerevoli intercettazioni telefoniche del Ros dei carabinieri (che utilizzava anche dei carabinieri infiltrati negli ambienti sospetti) finite nel fascicolo dell’indagine denominata “Aquila Nera”. A parlare sono due soggetti indagati, ma la loro identita’ non e’ precisata dagli inquirenti. “C’e’ una struttura e da lì non si scappa”, dice uno degli arrestati. “Chi c’e’ sopra dira’ tu fai questo… tu fai quello… perche’ poi comunque c’e’ una strategia. Gli obiettivi già praticamente ci sono”.
MERCATO MULTIETNICO PESCARA – Contro l’immigrazione i terroristi neri avevano anche ipotizzato di piazzare una bomba nel bel mezzo del mercato multietnico di Pescara, davanti alla stazione centrale. “Li’ c’e’ un mercato esclusivamente loro – dice Stefano Manni parlando con Agnese Tiziana Mori – e uno va li’ alle 7.30 gira per le bancarelle, si misura qualche maglione, lascia la borsa e se ne va…e poi che Dio li abbia in gloria. Chiaramente uno ci va travisato, ci va come ci deve andare e poi vi spiego come, quello ve lo spiego io, quello e’ l’ultimo dei pensieri e dei problemi pero’ e’ di facilissima attuazione”.
“Si si’ – replica la donna – non e’ cosi’ complicato, si puo’ fare, con le dovute cautele si puo’ fare”. Precedentemente, sempre parlando con Tiziana, Manni le aveva detto che a Montesilvano, citta’ costiera abruzzese dove risiede e dove l’organizzazione eversiva aveva la sua base principale, “non c’e’ uno spazio di 20 centimetri dove il balneatore possa passare per andare in acqua, c’e’ una barricata di negri che vendono di tutto”. Tiziana: “non ho parole”.
E Manni: “Questi evadono il fisco, colpiscono i commercianti italiani…ma siccome ci risiamo su queste cose ci mangia la camorra, ci mangia la ‘ndrangheta, ci mangia il politico. Io mi sono rotto i coglioni”. “Anche io” replica la donna e il capo conclude: “Io non voglio dire che la Lega abbia ragione ma su tante cose dice la verita’…”.
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