Terrorismo (3): Campi Hobbit e Racino
L’Aquila – L’ABRUZZO E L’AQUILANO SPRESSO COINVOLTI DAGLI ANNI SETTANTA – (Immagini: i Campi Hobbit e sotto l’altopiano di Racino) – Nelle indagini sul terrorismo dell’ultima ora, di cui riferiamo altrove, tornano alla menta due momenti storici che riguardano direttamente l’Abruzzo e l’Aquilano. Tra le “trovate” di Pino Rauti, esponente della destra molto noto, quella dei Campi Hobbit, raduni di giovani di destra dedicati, oltre che al dibattito, anche all’arte, alla musica, al mondo dei fumetti e a un certo tipo di letteratura. Una innovazione clamorosa, un’uscita dalla noia dei dibattiti politici e solo ideologici, con guizzi verso altri modi di pensare, altri valori, altre idee ben più spaziose e rutilanti.
Ispiratore era, infatti, il grande scrittore inglese Tolkien, quello del “Signore degli anelli”, dalla fantasia creativa visionaria, ricca, suggestiva.
I raduni progettati e inventati da Pino Rauti e da altri esponenti della sua area politica furono chiamati Hobbit, coniglio, proprio dal mondo di Tolkien. L’idea era certamente non terroristica all’origine, ma oggi se ne riparla con diversi toni nell’ultima indagine del ROS.
I Campi Hobbit furono almeno quattro dalla fine degli anni Settanta. Due si tennero in Abruzzo, nel 1978 a Fonte Romana, sulla Maiella peligna, e nel 1980 a Castel Camponeschi, il villaggio fortezza di Prata d’Ansidonia. Rauti e i suoi avevano compreso che il luogo era particolare e adatto ai loro campi, raduni di personaggi non solo italiani della destra nata dai più effervescenti ideologi. Di altri campi di addestramento alle armi nella Marsica si parlò negli anni Settanta, ma la segretezza prevalse sempre.
Nel 1977, Pino Rauti si orientò verso il mondo giovanile, gran parte del quale, nell’estrema destra, vedeva nel PCI e nell’area di sinistra dei nemici, più che degli avversari. In un contesto violento e minaccioso, nasce il fenomeno, ispirato dall’ambiente rautiano, dei Campi Hobbit e della cosiddetta Nuova Destra. Su La voce della fogna, il giornale satirico e autoironico fondato da Marco Tarchi, nell’aprile del 1977 viene dato l’annuncio. I “campi” erano sempre stati una costante.
DEGLI ESPOSTI E RACINO – L’altro “filo” di collegamento sono personaggi dell’eversione negli anni di piombo, che come i loro successori, amavano gli accampamenti militareschi e nascosti. In uno, allestito presso il laghetto di Racino (sui monti nei pressi di Sella di Corno), i carabinieri e i servizi segreti il 30 maggio 1974 (due giorni dopo la strage di Brescia) sorpresero il giovane Giancarlo Degli Esposti e altri suoi commilitoni: scontro a fuoco (nelle tende c’erano armi a volontà) e Degli Esposti, insieme con altri due, rimase freddato da micidiali pallottole alla fronte. I carabinieri non erano certo quelli in servizio nelle tranquille stazioni dei piccoli centri. Degli Esposti, sostenne qualcuno, aveva imbracciato le armi all’arrivo dei carabinieri, sparando in direzione di una Land Rover carica di esplosivo. Sorse il sospetto che i giovani nascosti a Racino potessero essere collegati con la bomba di Brescia. Poi tutto fu inghiottito da indagini riservate e segretissime, come avveniva in quegli anni difficili. Senza mai autentiche verità.
Racino fu comunque uno dei momenti che segnarono l’escalation del terrorismo in Italia e aprirono la serie di episodi drammatici più eclatanti, e dei grandi misteri, delle trame, dei processi senza mai una verità.
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