L’ecoreato, questo sconosciuto…


Distruggere e avvelenare tutto, in Abruzzo si può. A dire il vero, si può anche in Calabria, dove i morti causa eternit in un’azienda (più di 100) sono stati uccisi da ignoti: tutti assolti, gli imputati, come a Chieti per Bussi. E’ evidente che in questo paese l’ecoreato non esiste, non è contemplato dalla legge. E’ strano che le Procure si affannino ad accusare, a rinviare a giudizio ad ogni disastro ambientale. Perché lo fanno? Sognano, fantasticano? Ignorano i codici? Abbiamo dei dubbi…
Siamo, in Abruzzo, anche la regione che più caparbiamente vuole impedire l’estrazione di gas e petrolio dai fondali del suo mare. Eppure, di energia abbiamo bisogno, garanzie i petrolieri le danno, mentre i croati a 100 km da noi trivellano ed estraggono beatamente. Stanno già calcolando quando frutterà loro il petrolio adriatico che noi dovremo comperare…
Senza voler giudicare le giurie popolari (che riescono sempre a sorprendere…), il senno suggerirebbe almeno due cose. Prima di tutto, rapide e chiare leggi contro gli ecoreati, che evidentemente mancano. Come dicevano anche i difensori degli imputati in assise a Chieti. Subito dopo, aggiustamenti alle norme sulla prescrizione dei reati. Tutto facile da fare, se si vuole. E qui sta il punto.
Come terza urgenza, indicheremmo – se non sapessimo di vaneggiare – anche processi in appello rapidi, veloci e restitutori di fiducia nella giustizia. Ma è pura e semplice retorica. Tanto, una vera giustizia e buone regole l’Italia non le avrà mai, perché la politica vuole che non le abbia. Semplice, no?



20 Dicembre 2014

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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