Corso Vittorio, prima o poi la verità …
Pescara – VERSO E CONTROVERSO – (di Stefano Leone)
Il nostro giornale ne diede notizia. Nel darla, si scrisse che, mentre altrove si pedonalizzano i centri città , a Pescara si provvedeva a riaprire al traffico la via principale del centro: Corso Vittorio Emanuele II. L’attuazione di questo provvedimento è apparso più un incaponimento nei confronti di chi, prima di coloro che ora guidano il carro, lo guidavano fino al maggio scorso. D’altronde, quando l’allora amministrazione in carica iniziò a parlare di riqualificazione della via cittadina, l’attuale centrosinistra, allora all’opposizione, fece ferro e fuoco per contrastare il progetto. Lo fece sia in Consiglio che fuori. Insomma, non si voleva che la via fosse pedonalizzata. Il progetto fu poi portato a compimento, (anche se monco, e ancora oggi non si capisce quale significato abbia e perché mai solo una parte), e per un breve periodo la città ha avuto possibilità di disporre di un tratto di strada a totale godimento dei pedoni. Niente più auto, con i benefici sotto il profilo della salute e dell’estetica. Tanto si è fatto, tanto si è detto che la strada è stata riaperta al traffico. Non da moltissimo. Vantaggi? Non se ne vedono. Gli svantaggi appaiono, invece, tutti e con grande evidenza: di nuovo colonne di veicoli, sbuffate di gas e già iniziata la sosta selvaggia e menefreghista. E sarà sempre peggio. Lo sanno anche coloro i quali si sono assunti la paternità del provvedimento. Per di più, i colori scelti per la pavimentazione, costata non pochi soldi, svaniranno in men che non si dica fra macchie d’olio e strisciate di gomme. Insomma, tutto appare come quel famoso signore che, per far dispetto alla moglie, si tagliò i gioielli di famiglia. E la moglie intanto…se la ride.
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