Nuovo Emiciclo, 2.102 giorni di attesa
L’Aquila – LE PAGINE NERE DELLA REGIONE FINO AL 2009 – E’ l’alta burocrazia regionale a rivelare l’allucinante storia-esempio di come vanno (meglio dire non vanno…) le cose, ancora oggi, in Italia. Resi noti soltanto dati e numeri, che forse non abbisognano di commenti: parlano da soli. E lasciano capire che un’Italia di questo tipo non può andare avanti ancora a lungo.
“2.102 sono i giorni che sono stati necessari per arrivare al progetto che presentiamo oggi”: lo ha detto il direttore amministrativo del consiglio regionale, Paolo Costanzi, nel corso della conferenza stampa di presentazione della proposta di miglioramento del complesso dell’Emiciclo e del palazzo ex Gil maschile. “I giorni impiegati per la progettazione e l’appalto sono stati 329; i giorni che sono stati necessari per i procedimenti burocratici vari sono stati 1.428; quelli interessati dalla giustizia amministrativa 345 – ha osservato il direttore Costanzi – l’iter e’ iniziato il 6 giugno 2009 con la richiesta al Cipe, per la deliberazione dell’importo. Dopo 737 giorni, la delibera Cipe n. 82 e’ stata emanata”. Il gruppo di lavoro che ha elaborato la proposta di ristrutturazione della sede del Consiglio regionale (Emiciclo e palazzo ex Gil maschile) e’ cosi’ composta: ing. Riccardo Vetturini, ing. Giacomo Di Marco, ing. Walter Cecchini, prof. arch. Lucio Zazzara, geom. Gabriele Matini, ing. Antonello Bottone, d.ssa Jenny Rolo, dott. Gaudenzio Leonardis, prof. ing. Antonio Borri, dott.ssa Roberta Leuzzi.
Va ricordato anche il passato, che da assurdo diventa allucinante.
La sede ricavata accanto all’emiciclo dall’ex istituto industriale richiese anni e anni, oltre a immense spese, per essere adeguata. Vi fu ricavata una nuova sala dell’assemblea regionale, che, entrata in funzione, si rivelò assolutamente impraticabile: in sostanza, mai usata. Poi nel 2009 l’edificio ristrutturato con anni di lavoro e spese da gorgo senza fondo, su sconquassato. Inagibile. Da rifare.
Forse non è esagerato parlare di una pagina nera della storia regionale. Che di sicuro limpida e luminosa, di per sè, non può definirsi…
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