Oggi, l’amaro giorno della stangata
L’Aquila – IL NATALE NON POTRA’ PORTARE SORRISI – FEBBO E CHIODI: LA REGIONE POTREBBE FARE QUALCOSA, MA SI MUOVE IN RITARDO – (Foto lanazione.it) – “Il nostro progetto di legge, che chiede di ripristinare il contenuto della Legge n.32 del 2014, approvata dal Governo regionale di centrodestra e che ha permesso di liberare risorse destinate all’abbattimento della tassazione agli abruzzesi con un taglio di 32 milioni e mezzo di euro, solo oggi viene finalmente discusso in Prima Commissione, nonostante fosse stata inserito nell’ordine del giorno del 26 novembre prima e del 5 dicembre poi”. Cosi’ il presidente della Commissione di Vigilanza Mauro Febbo e il presidente emerito Gianni Chiodi, a margine dei lavori odierni. “L’assessore regionale Paolucci pero’ – proseguono Febbo e Chiodi – ha proposto un ulteriore rinvio, in quanto vuole conoscere gli effetti espletati fino a oggi. I benefici sono chiaramente certificati dal parere dell’Ufficio analisi economica e statistica della Regione che certifica come ‘la legge, benche’ impugnata, ha prodotto e continua a produrre i suoi effetti’. Va precisato – proseguono i consiglieri – che il testo della norma e’ stato impugnato davanti alla Corte Costituzionale solo per un vizio formale, cioe’ approvata in regime di prorogatio, e non perche’ mancassero le coperture: si era arrivati infatti al 29 aprile poiche’ solo il 21 aprile il Tavolo di monitoraggio (Mef + Sanita’) aveva autorizzato la riduzione e la certificazione del pareggio per il bilancio della sanita’”.
“I cittadini abruzzesi – sottolineano Febbo e Chiodi – stanno fruendo della riduzione della tasse (addizionale Irpef regionale), che noi abbiamo varato cosi’ come ne stanno beneficiando anche le imprese (Irap). Si profila pertanto una situazione paradossale e pericolosa, qualora non si proceda all’approvazione del progetto di legge o la n.32 venisse dichiarata incostituzionale: potrebbe accadere infatti che i cittadini e le imprese siano costretti a restituire le tasse o in alternativa si determinera’ un ulteriore aggravio sul bilancio della Regione, che gia’ palesa oggettive difficolta’, con la conseguente riduzioni di servizi agli abruzzesi”.
LA SITUAZIONE? TUTT’ALTRO CHE ROSEA… – “Sono felice di essere nata italiana, ma se potessi oggi fuggire da questo paese per non sentirne parlare mai più”: è lo sfogo-simbolo di una gentile, anziana signora in televisione, in un telegiornale di questa mattina. E’ il 16, il giorno dei pagamenti, ls premitura non giuliva del popolo italiano ridotto ormai sul lastrico.
Lo sfogo composto ed educato della signora in tv può essere assimilato a quanto pensano ormai in molti, in questa Italia strangolata, soffocata dalle tasse, e ciò nonostante non vicina alla ripresa… Anzi. Avrà anche un significato (che forse sfugge al Governo…) l’enorme numero degli italiani che vanno in Albania a lavorare, fare impresa, e alla fine risiedere. Il numero, pare 20.000 nel corso del 2014, è superiore a quello degli albanesi arrivati in Italia.
Significherà qualcosa anche il dato sui giovani italiani che vanno a studiare in Romania, e lì si trovano bene, tanto da restarci in molti casi. Si laureano speditamente, studiano bene, hanno a disposizione tecnologie e strumenti didattici di buon livello, quando non ottimo. E tutto costa molto di meno rispetto all’Italia.
Oggi, intanto, milioni di italiani intenti a pagare alle poste, in banca, oppure on line: Tasi, Tari, bollette e riscaldamento: a dicembre arriva una stangata da 894,05 Euro a famiglia. E’ il calcolo dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, secondo cui si tratta di “un vero e proprio salasso che non manchera’ di incidere negativamente sui consumi (gia’ diminuiti del -10,7% nell’ultimo triennio), nonche’ sulla spesa per i regali di Natale (che dal 2010 ad oggi ha subito una contrazione del -39,9%)”. Secondo Federconsumatori, e’ urgente che il Governo intervenga per un rilancio della domanda interna, partendo con un piano straordinario per il lavoro, rivolto specialmente ai giovani, redistribuendo il reddito e restituendo prospettive e futuro ai cittadini. Parole in lingua sindacalese, sempre le stesse, fino alla noia. E non cambia niente. Dove stiamo andando?
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