Appalti, appaltoni e domandine…
Le gioiose squille dei trombettieri annunciano che tre imprese aquilane, nelle quali figurano ovviamente i nomi più importanti degli assi pigliatutto per professione, hanno vinto al TAR e potranno eseguire lavori per 30 milioni di euro (che per gli immemori sono 60 miliardi di lire, ovvero 60.000 milioni…) per i tunnel intelligenti a L’Aquila. I tunnel per l’acqua, le fogne, la corrente e così via, comodi e ispezionabili. Insomma, smart come è obbligatorio dire oggi masticando l’inglese.
E’ una bella notizia, ed evidenzia che è ora di finirla con i ricorsi al TAR per bloccare tutto, anche opere importanti, e allungare tempi e costi. Tu ti prendi l’appaltone? Io ti sparo il ricorso e ti paralizzo in attesa dei tempi – notoriamente non contenuti – della giustizia. Lo faccio per farlo, per fermarti, per guastarti la vittoria. Tanto, poi se il ricorso viene respinto, non ci rimetto nulla. E qui sta la macchia nera. Se fai un ricorso e lo perdi, devi risarcire i danni. Così dovrebbe essere in un posto civile. Così si promette che sarà , ma per ora non è…
Altre considerazioni riguardano i lavori. Saranno assunti operai aquilani o abruzzesi, oppure stranieri da sottopagare? La città potrà beneficiare subito e concretamente di questo appaltone? I dipendenti di uno dei vincitori, in cassa integrazione da mesi, torneranno a lavorare? Ecco a cosa pensa il cittadino, l’aquilano qualsiasi, leggendo notizie di questo tipo. Convinto che dove girano tanti, troppi soldi, l’acqua non sia sempre limpida… Speriamo che si sbagli. Sicuro, da sempre, è che l’acqua finisce al mare. Chi lungo il percorso ha sete e vorrebbe bere, resti assetato.
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