Nuove regole alimenti, chi controlla?
L’Aquila – ETICHETTE ILLEGGIBILI O INCOMPRENSIBILI, BASTA – Il nostro giornale ha sempre dedicato attenzione alle regole sulla corretta confezione e vendita di alimenti, sia nei centri commerciali e nei negozi, pizzerie, ristoranti, bar, tavole calde e pub. Di quali pesci è fatto il surimi nelle guantiere di plastica? Cosa c’è davvero dentro una bevanda, un cibo preconfezionato, o nel piatto che vi servono al ristorante? Addirittura, cosa c’è nel pane che molti ipermercati vendono come fresco, e invece è prodotto usando impasti surgelati preconfezionati? Cosa c’è di allergenico in un certo alimento?
Erano in preparazione, e sono scattate il 13 dicembre, norme europee, ora c’è da capire chi si occuperà di farle rispettare e quando. Di sicuro, per molti commercianti e ristoratori arrivano nuovi obblighi che molti sono restii ad assolvere.
Tacciono, nel frattempo, la Confcommercio e le altre organizzazioni del settore, come le associazioni dei ristoratori, se ce ne sono ancora. eppure dovrebbero precipitarsi a fare chiarezza e a informare i consumatori. Dunque, dobbiamo vedercela da soli.
In sintesi, le nuove regole (già in vigore, mente altre ne scatteranno a marzo e aprile 2015), dicono che sono imposti nome e indirizzo di chi produce gli alimenti, si debbono indicare chiaramente le sostanze che procurano allergie intolleranze, non si possono nascondere come oli e grassi vegetali prodotti tropicali a basso costo, debbono essere indicati luoghi di allevamento e macellazione delle carni (ma molti già lo fanno), si deve indicare la presenza di caffeina nelle bibite energetiche. E così via. Ognuno deve sapere cosa compera e mangerà.
Naturalmente, deve essere indicata in modo chiaro e a lettere leggibili la scadenza. Abbiamo pubblicato tempo fa la foto di un barattolo blu con la scadenza scritta… in nero, leggibile solo con contorsioni e luce fortissima obliqua.Molti prodotti recano serie di numeri e dati incomprensibili per il comune consumatore: trucchi e veri inganni per dissuadere la gente dall’abitudine di controllare.
Tutto questo porta – in teoria – verso una situazione che, in genere, possiamo definire di maggiore onestà a chiarezza sulla qualità, origine, scadenza del prodotto, che deve diventare una cultura dei consumatori.
Facile prevedere che ci saranno proteste, critiche, resistenze, ritrosìe, specie in ristoranti e altri locali del genere, specie i più piccoli e a gestione casalinga. Ad ogni regola c’è chi si oppone, impugna, protesta, recalcitra. Ma verificheremo quanto le regole saranno recepiti e applicate. Sperando che i controlli siano immediati e severi, anche se non ossessivi e intolleranti. Ma la pacchia del “mangi quello che io voglio e lo paghi quanto voglio” è finita. Anche se dovranno essere i consumatori i primi vigilantes e i più attenti a verificare e a protestare se le etichette non sono chiare, leggibili e interpretabili senza consultare un egittologo.
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