Processo D’Alfonso, naturalmente rinviato


D'Alfonso Luciano 09 Pescara – Diffetti nelle notifiche, dunque rinvio. E mica di poco: addirittura all’aprile del prossimo anno. La notizia non stupisce nessuno, perchè riguarda il maxiprocesso all’ex sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso, e ad altri 25 tra i quali autentici big e normi di spicco. D’Alfonso fu arrestato il 15 dicembre scorso. Le accuse riguardano una serie di pesanti reati tra cui concussione e peculato, in una serie di importanti appalti e nei lavori a favore dell’ex sindaco, secondo l’accusa, in una villa a Manoppello, suo paese di origine. Per arrivare alla data di oggi, lunghe indagini e lavoro paziente dei magistrati, ma poi ecco la doccia fredda: mancano alcune notifiche. Bazzecole da Totò, ma così funziona la giustizia italiana. O così, forse, qualcuno vuole che funzioni, specie quando i processi sono ingombranti e coinvolgenti.
L’arresto di D’Alfonso, che era anche il capo del PD abruzzese e figura di spicco nella politica cosiddetta emergente di questa nostra regione avventurosa giudiziariamente, fu anche un terremoto politico costato caro, almeno come immagine, al partito e al centrosinistra. Oggi molti notano che stupisce una situazione di carenza proprio nel faraonico palazzo di giustizia di Pescara: se si fosse speso qualche milione di meno e arricchito l’organico del personale, la giustizia funzionerebbe meglio. Ma vuoi vedere che è proprio questo che in tanti non vogliono?
Rinvii e ritardi, peraltro dovuti a motivazioni di una banalità disarmante, non giovano a nessuno: solo a chi non ha interesse nella verità. Stupisce, per l’assurdità che fa venire in mente, che il faraonico palazzo di giustizia di Pescara abbia problemi per le notifiche. Forse spendere qualche milione in meno e assumere qualche persona in più sarebbe stato saggio: è per questo che non è accaduto? Siamo certi che tutti davvero vogliano una giustizia che funziona? (Nella foto Luciano D’Alfonso)


22 Dicembre 2009

Categoria : Cronaca
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