Intimidazione, ucciso cane di agricoltore
Castelli – Un grave atto intimidatorio si è verificato nel Comune di Castelli nei confronti di uno dei gestori dei chiusini di cattura utilizzati dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in collaborazione con gli agricoltori locali, per il contenimento della popolazione di cinghiale. Un bellissimo cane di razza Border collie, di proprietà dell’agricoltore, è stato ritrovato ucciso nella frazione di Villa Rossi, dopo che già nelle scorse settimane si erano verificati atti di sabotaggio al chiusino. La carcassa dell’animale è stata trasferita all’Istituto Zooprofilattico “G. Caporale” di Teramo che sta effettuando la necroscopia per determinare la causa di morte, mentre sulla vicenda sono in corso le indagini dei Carabinieri e del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Parco del Corpo Forestale dello Stato. «Si tratta di un atto di inaudita violenza e gravità – riflette Silvia De Paulis, facente Funzioni di Direttore dell’Ente Parco Gran Sasso – che colpisce ed amareggia quanti, con il Parco, sono impegnati nella realizzazione del Piano per il contenimento del cinghiale. Un programma approvato dall’ISPRA e dal Ministero dell’Ambiente che, a Castelli come in altre località dell’area protetta, vede l’Ente impegnato su più fronti, garantendo il legittimo risarcimento del danno agli agricoltori, distribuendo misure di prevenzione e, soprattutto, cercando di trasformare il problema del soprannumero in una risorsa economica aggiuntiva per gli imprenditori agricoli che si trovano ad operare nelle aree più critiche e a subire il maggior danno».
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