Se la tua casa è crollata, te la tasso


Il nostro è un paese difficile da capire, da accettare pur essendo – secondo molti stranieri – desiderabile. Ma solo da chi non lo conosce bene. Ancora più difficile è tirare avanti quando sei in una zona che – colpita da una calamità naturale come il cratere sismico – ha bisogno dello Stato. Di uno Stato che non sia patrigno, ma entità sovrastante capace di fornirti una vivibilità. La vicenda delle tasse sulle case inagibili a causa del sisma è eloquente.
Ho una casa, quasi sempre unico bene raggiunto a fatica. Il terremoto me la distrugge. Dopo cinque anni (ad aprile 2015 saranno sei), la casa è sempre un rudere, da demolire o da ristrutturare. Ad un certo punto, viene fuori la pazza idea di tassarla benché inagibile. Al 50%, naturalmente. Sta capitando nel cratere sismico e la gente è stravolta: a chiunque appare pura follìa una tassa su un bene non fruibile. Qualcuno negli ovattati uffici romani deve essere uscito di testa. Ai politici aquilani che vanno a Roma per chiedere spiegazioni al Governo, viene risposto che sì, hanno ragione, per carità, ma… occorre un provvedimento legislativo per rimangiarsi questa bestialità.
E’ di per sé una boutade da commedia degli assurdi che si debbano tassare case crollate. Tanto crollate, che lo Stato promette di sborsare i denari per rifarle. Dunque, piena consapevolezza. E totale sbroccamento di qualche cervello. Ma diventa lunare, molto italiano, che per cancellare un’idiozia, occorra… una legge!
Più volte lo abbiamo scritto, con amarezza, e vent’anni fa non lo avremmo fatto: se avessimo meno età, lasceremmo di corsa l’Italia, per vivere altrove, oltre i suoi confini, in un altro posto qualsiasi. Magari molto, molto lontano. Siamo arrivati all’estremo limite, siamo oltre ogni logica e tollerabilità. E quando non c’è più logica, è meglio prendere le distanze. Chi può, lo faccia.



07 Dicembre 2014

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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