Veleni Bussi, parlano i difensori
Chieti – La parola agli agguerriti difensori dei 19 imputati per i veleni di Bussi: tutti giuristi di prestigio, tutti impegnatissimi nel sostenere che non ci fu dolo che i capi di imputazione sono generici e dunque sarebbe nullo il capo di imputazione in molti casi. Più che arringhe difensive, lezioni di diritto, dicono i pochi che riescono a sentire qualcosa. Il processo alle assise di Chieti, infatti, procede a porte chiuse trattandosi di rito abbreviato. Nei giorni 11 e 12 dovrebbero aversi le repliche, forse intorno al 20 dicembre la sentenza. Oggi risultavano presenti 10 dei 19 imputati. La storia è ormai nota nel mondo: in anni e anni di occhi chiusi, compiacenze e distrazioni da parte di tutti, nei pressi di Bussi (tra autostrada e ferrovia) vennero interrati tonnellate e tonnellate di rifiuti tossici, spesso micidiali, derivanti dagli stabilimenti chimici. Alla fine, come si scoprì – ma sono nel 2007 – risultò che si era accumulata a pochi centimetri dalla superficie la più grande discarica di veleni di tutta Europa: un drammatico record che l’Abruzzo detiene ancora.
La bonifica , infatti, non c’è mai stata e ci vorrà ancora molto tempo, con molto denaro, per effettuarla.
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