Per il TG5 la vita a L’Aquila è migliorata…


L’Aquila – Canale 5 vede rosa a L’Aquila (o racconta balle, chi sa…) e sostiene che in città è “migliorato lo stile di vita”. Allucinazioni o follia? “Nel telegiornale di Canale 5 – scrive Angelo Ludovici del PdCI – dell’ora di pranzo del 20 dicembre, il cronista nel riportare la notizia dello stile di vita delle Città italiane, a conclusione della stessa ha affermato “…anche a L’Aquila, dopo il sisma, è migliorato il livello di vita”. Stop, fine del servizio. La notizia di per sé è tutto un programma, un metodo classico della destra: quando bisogna isolare una situazione dal contesto sociale e politico nazionale si usa la bugia e la falsità. Con quale faccia tosta il cronista ha potuto affermare una cosa simile. Sulla tragedia degli aquilani è dal 6 aprile che si sta giocando una partita sporca e forse i nodi stanno arrivando al pettine. La questione fiscale è solo un aspetto della situazione drammatica che vivono gli aquilani.
In questi mesi diverse voci hanno criticato il progetto C.A.S.E. ma sicuramente non c’è stata una reazione adeguata alla violenza perpetrata al nostro territorio. Gli aquilani volevano e vogliono ricostruire la loro Città, ma il Presidente del Consiglio dal 9 di aprile (esattamente tre giorni dopo il sisma) ha parlato di questo progetto fantasmagorico (New Town). Dopo tanti sogni, ora ogni aquilano è testimone di questo secondo terremoto e si rende conto che la nostra Città non è e non sarà più la stessa.. Paesi sventrati e territori violentati, oltre 200 ettari sono stati occupati da queste brutte case con costi da capogiro.
Circa ventimila aquilani ancora vivono ancora sulla costa in albergo o in affitto e da ciò che mi risulta gli albergatori ancora aspettano di essere pagati e forse anche i fornitori di generi di prima necessità. Il disagio ognuno lo vive a modo suo ma la situazione economica e sociale non permette scorciatoie. Solo il Presidente della nostra Regione e Commissario della Ricostruzione si può permettere di vivere questa fase in modo distratto e predicando a destra e manca che ormai in Abruzzo è tornata la normalità.
E’ tutto a posto. Gli operai non hanno più cassa integrazione, i disoccupati sono diminuiti, il PIL è aumentato, le piccole e medie imprese hanno ricevuto contributi a fondo perduto per svilupparsi…
In realtà la situazione è drammatica e non so se il Presidente Chiodi ed i consulenti della sua Task Force se ne sono accorti. La nostra Regione è quella dove il PIL è diminuito più delle altre, (vado a memoria) almeno di 7 punti, le ore di cassa integrazione sono aumentate a dismisura, la percentuale dei disoccupati è al di sopra della media nazionale, le piccole e medie aziende vivono una crisi strutturale. A ciò bisogna aggiungere la situazione drammatica delle zone terremotate. La vera emergenza, quella del giorno dopo (intervento sulla situazione economica), non è mai iniziata.
E’ da mesi che chiediamo scelte precise della Regione per fronteggiare la crisi economica:
- attivare un complesso di interventi che va dagli aiuti alle famiglie, alle garanzie al credito, dalle opere pubbliche e infrastrutturali, al sostegno alle imprese in crisi;
- creare un fondo di garanzia presso la FIRA per sostenere l’accesso al credito a breve e il consolidamento finanziario delle imprese regionali di tutti i settori;
- attivare misure di sostegno dei cassaintegrati per la sospensione di un anno del pagamento delle tariffe e dei tributi locali e per la sospensione delle rate dei mutui al di là del provvedimento in tal senso dell’ABI;
- attivare il Fondo Europeo di adeguamento alla globalizzazione;
- rafforzare il Fondo per la non autosufficienza, incrementare il fondo per le politiche sociali, per il diritto allo studio, contenere le tariffe per il trasporto pubblico e per l’accesso alle abitazioni in locazione.
Su queste richieste che riteniamo importanti per fronteggiare la situazione economica e sociale e l’emergenza terremoto non si hanno risposte (nel frattempo ci piacerebbe sapere quanto costa il consulente e coordinatore della Task Force, prof. Michel Martone) ed anche nel documento di programmazione economica viene confermata la totale assenza di una scelta adeguata alla fase. Nemmeno una lira per gli artigiani che in Abruzzo coprono almeno il 27% degli
occupati”.


21 Dicembre 2009

Categoria : Cronaca
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