P.A. da riorganizzare in Abruzzo
Pescara – Scrivono Rita Candeloro e Carmine Ranieri (CGIL): “La pubblicazione della ricognizione sullo “stato di salute” della Regione Abruzzo rende evidente la necessità di riordinare tutta la pubblica amministrazione, considerando la riorganizzazione un’occasione per crescere, a condizione tuttavia di individuare i principali servizi richiesti sulla reale configurazione economica, sociale e produttiva regionale.
Per il governo regionale adesso è giunto il tempo dell’azione. Non solo perché le decisioni sono affidate dalla legge alla Regione, ma soprattutto perché i processi legislativi su diversi ambiti amministrativi stanno avanzando (le Province, le Unioni di Comuni, le Comunità montane, gli ambiti sociali…) e tutto avviene, quando avviene, nella sregolatezza disorganizzata, senza indirizzi.
Basta pensare alle Province, che hanno gestito Centri per l’Impiego, servizi per il lavoro, formazione, biblioteche, ambiente, e che dal 1° gennaio 2015 (da domani) non avranno più queste funzioni. Chi le eserciterà all’inizio del prossimo anno?
In sostanza si tratta di disegnare chi farà, che cosa farà, dove lo farà e con quali risorse. Questioni di grande importanza che esplodono in Abruzzo, dove la profondità della crisi regionale richiede “avamposti” di Stato di fronte alla moltiplicazione delle domande dei cittadini. Ed è compito della Regione promuovere il ridisegno delle funzioni nel territorio ed affidarne il concreto esercizio.
I sindacati confederali da tempo hanno chiesto al presidente dell’Abruzzo l’istituzione di una “cabina di regia” costituita da rappresentanti delle istituzioni, della politica e delle parti sociali, per la definizione delle funzioni da attribuire a ciascun livello amministrativo, non certo per smodata passione di “tavoli” ma solo perché prevista nella legge.
Resta il silenzio, il rinvio, quando invece urge individuare gli “ambiti ottimali” di allocazione delle funzioni per garantire la sostenibilità finanziaria dei servizi e la funzionalità delle politiche, dei servizi offerti ai cittadini sempre più in difficoltà. Oltre la verifica dei flussi di spesa nelle singole amministrazioni, tra amministrazioni e “società in house”, vanno programmati risparmi anche reinternalizzando servizi e va elaborato un piano coerente sull’utilizzo del personale, cercando di salvaguardare i livelli occupazionali, che oggi sembrano a rischio.
Un obiettivo doppiamente impegnativo in Abruzzo, dove sono già troppi i posti di lavoro persi, ma la salvaguardia dell’occupazione è sancita nell’accordo Stato-Regioni e va costruita intorno al disegno della rete dei servizi, collocati in “ambiti ottimali”, e nella definizione di fabbisogni di competenze e professionalità necessarie.
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