Vaccini e decessi a catena: polemiche, reticenze e domande inquietanti
L’Aquila – LE REGIONI ACCUSATE DI MUOVERSI E COMUNICARE IN RITARDO – NON PROVATO NESSO TRA DECESSI E VACCINO – (Foto: Il Ministro della sanità Beatrice Lorenzin) – Sono – nella mattinata – in tutta Italia 12 le morti sospette dopo la vaccinazione , in 6 regioni, compreso ormai anche l’Abruzzo, 2 lotti di vaccini bloccati in 12 regioni, 4 inchieste (a Siena, Siracusa, Prato e Chieti) e migliaia di persone che temono per la loro salute e quella dei loro cari.
Da ieri c’è una persona deceduta anche in Abruzzo, come abbiamo riferito durante la notte, e un’altra morte sospetta: episodi avvenuti a Francavilla e a Frisa.
E’ il bilancio, parziale, di una vicenda piena di incertezze e dettagli inspiegabili,
che si sta trasformando ora dopo ora in una vera psicosi collettiva, dove non mancano le polemiche anche politiche fra ministero della Salute e Regioni, accusate di ritardi nella segnalazione dei casi. I primi test, ha spiegato oggi il ministro della Salute Beatrice Lorenzin stanno dando esito negativo. E se martedì prossimo, ha aggiunto il presidente dell’Aifa Sergio Pecorelli, arriveranno i risultati delle analisi tossicologiche, il blocco di utilizzo del vaccino potrebbe già essere tolto. Ma il ministro punta l’indice sulle responsabilità regionali: fino a 13 giorni per segnalare i casi, secondo l’analisi realizzata dal direttore dell’Aifa, Luca Pani.
In Abruzzo la Regione continua a restare muta e a non informare correttamente e dettagliatamente i cittadini. Dunque, se la Lorenzin parla di ritardi, dovrebbe parlare anche di scarsità di informazioni capaci di fornire alla gente un quadro esatto, nè attenutato nè esagerato, di quanto sta accadendo.
Sullo scenario di fondo, una domanda inquietante: perchè delle persone sono morte dopo la vaccinazione solo in Italia?
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