TSA, Le Quattro Stagioni


L’Aquila – Per l’inaugurazione della Stagione Teatrale Aquilana 2014/2015 organizzata dal Teatro Stabile d’Abruzzo: giovedì 27 novembre ore 21.00, presso l’Auditorium della Guardia di Finanza l’apertura è dedicata alla Danza Contemporanea con LE QUATTRO STAGIONI di Antonio Vivaldi, coreografia e set concept Mauro Astolfi, musiche originali Luca Salvatori, con Alessandra Chirulli, Maria Cossu, Mario Laterza, Gaia Mattioli, Cosmo Sancilio, Giuliana Mele, Sofia Barbiero, Fabio Cavallo, Giovanni La Rocca.
“Dietro l’apparente quadro iconografico – spiega il coreografo Mauro Astolfi – rappresentato dal susseguirsi delle”stagioni” con tutta la simbologia annessa, i suoi simboli atmosferici si percepisce un significato molto profondo, meno visibile, ma che arriva a toccare piani molto vasti e meno soggettivi. Le “mie Quattro Stagioni” abitano fuori e dentro una piccolo spazio, che si innalza, trascina e soffoca a momenti ma che ripara, unisce, protegge sembra una casetta, ma è una nave, un albero…un posto misterioso da cui osservare le stagioni che mutano, un posto da dove partecipare in prima persona al ciclo della natura che si rinnova e l’autunno, non solo foglie che cadono, la primavera, non solo fiori che spuntano ma una natura dentro di noi, un rituale magico primordiale…un evento che si immagina, poi si cerca di imitare, poi si cerca di impossessarsi dello spirito stesso dell’evento. Gli eventi si evocano per diventarne parte integrante, partecipando al dramma della natura che muore. ma vedere un pò più in là il seme della futura rinascita. Spellbound Contemporary Ballet vive questa avventura della vita” .

Per Luca Salvatori, autore delle musiche, “l’alternarsi delle stagioni è come un cerchio che si chiude e ricomincia, una spirale continua, senza interruzioni, sempre diversa e sempre uguale; la musica sarebbe una materia ideale per raccontare questo ciclo di perenni ripetizioni variate ma è inadeguata a renderne la concretezza, quella solida realtà che regola la vita sulla terra.
Per questo ho deciso di usare frammenti musicali eterogenei che di volta in volta accendessero un piccolo riflettore su un dettaglio significativo: i suoni della natura, le voci degli uccelli, un ritmo di danza, una melodia modale dal sapore arcaico, sonorità elettroniche astratte, il suono di uno strumento insolito come la glassharmonica o il flauto basso, ad esempio.
Come dire, un caleidoscopio di situazioni che si riunissero, di volta in volta, sotto l’etichetta di una “stagione” per offrire una chiave di lettura parziale, evocativa più che esplicativa: suggestioni in luogo di spiegazioni. Il confronto con il capolavoro di Vivaldi ho cercato di virarlo in positivo (la sfida sarebbe stata persa in partenza, ovviamente) provando a considerarlo una risorsa dialettica: complementarietà nelle differenze, ricchezza raggiunta dall’avere più punti di osservazione per mettere a fuoco un oggetto sfuggente. Di conseguenza vi ho accostato materiali e stili eterogenei, come immaginando la complessità di un paesaggio sonoro che nelle mutazioni cerca una delle ragioni di esistere.


25 Novembre 2014

Categoria : Cultura
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