Terremoto, il dolore sussiste e come
L’Aquila – OGGI MANIFESTAZIONE CONTRO LA SENTENZA DEL “NON SUSSISTE” – (aggiornamento) – Dovevano essere migliaia, sono stati centinaia i partecipanti alla manifestazione di protesta contro il “non sussiste”. Slogan scritti e scanditi, interventi sdegnati, ma non una grande presenza dei cittadini. Chi continua a vivere nel suo dolore per i morti sceglie di non urlare in piazza, forse puntando ad azioni più concrete, come il ricorso per Cassazione e un possibile processo a Bertolaso.
LA CRONACA – Per la Corte d’appello i fatti di cui erano accusati sette scienziati della Commissione grandi rischi non sussistono, così dice il dispositivo di assoluzione dei sei su sette imputati. Il dolore per i morti, e per quella che tutti considerano una beffa giudiziaria, invece, sussiste e come. E convive con la rabbia, la delusione, la convinzione profonda che giustizia non sia stata fatta.
Oggi gli aquilani manifestano ancora, riunendosi in piazza Duomo – il cuore simbolico della città , la sua piazza greca in cui si adunava il popolo per ogni grande decisione, l’agorà – e sfilando poi in corteo. Tutti sono chiamati ad esserci, non solo i parenti delle 309 vittime vilipese.
Tutti i cittadini che considerano la sentenza assolutoria inaccettabile, dopo la severa condanna in primo grado a 6 anni ciascuno.
In attesa di poter leggere le motivazioni dell’assoluzione, i legali preparano i ricorsi per Cassazione, e probabilmente lo sta facendo anche la Procura generale, che per bocca del PG Romolo Como in aula aveva chiesto la conferma della condanna, convinta che esista un inequivoco nesso di causalità tra le rassicurazioni alla gente fino a poco prima del sisma, e le vittime.
Un atteggiamento rassicurante basato su una balla scientifica, come poi è stato riconosciuto e ribadito: molte scosse sismiche non scaricano energia, perchè nessuno sa quanta energia sia accumulata tra le faglie. Molte scosse sismiche possono anche non portare ad una scossa grande, ma spesso è accaduto che invece la scossa grande arrivi dopo le scosse in serie. Come avvenne, appunto, a L’Aquila nel 2009. Se nel cuore del sottosuolo avvengono cose che nessuno conosce bene (i terremoti sono imprevedibili), nessuno può neppure escludere nulla. Dunque…
La protesta aquilana di oggi non è scomposta, demagogica, ma dolorosa. La gente vuole che quel “non sussiste” sia cancellato: è offensivo. Ferisce e polverizza la fiducia del popolo – quel che ne resta – nello Stato.
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