Recuperate le salme, il tempo migliora
L’Aquila – ELOGI AI SOCCORRITORI DA DI PANGRAZIO – (aggiornamento) – I soccorritori hanno recuperato i due militari pugliesi precipitati in un burrone sul massiccio del Gran Sasso venerdi’ scorso, mentre erano intenti in una escursione per raggiungere la vetta del Corno Grande. In particolare si tratta di Giovanni De Giorgi, 26 anni, originario di Galatina (Lecce) e Massimiliano Cassa, 29 anni, di Corato (Bari), entrambi con il grado di primo caporal maggiore. Camera ardente nella caserma degli alpini.
Gli alpini erano stati individuati il 15 novembre dai soccorritori in un dirupo della Conca degli Invalidi-Vallone dei Ginepri, versante aquilano del Gran Sasso. Si e’ trattato di un’operazione complessa, condotta congiuntamente dal soccorso alpino e dagli alpieri del nono alpini dell’esercito che, giunti stamani sul luogo dell’incidente, hanno messo in atto le predisposizioni tecniche per il recupero delle salme che erano state messe in delle barelle assicurate in parete.
Le condizioni atmosferiche, anche oggi difficili, hanno reso estremamente impegnative le attivita’ di recupero, che nei giorni scorsi erano state piu’ volte interrotte a causa del forte vento e delle abbondanti nevicate. Soltanto oggi, dunque, e’ stato possibile recuperare i corpi dei due alpini, entrambi di istanza alla caserma “Pasquali” de L’Aquila, al termine di una intensa attivita’ di pianificazione e di coordinamento diretta dal delegato del soccorso alpino, Antonio Crocetta, e a cui hanno preso parte specialisti della forestale, della finanza, dei vigili del fuoco ed anche il comandante del nono reggimento alpini, il colonnello Massimo Iacobucci, da domenica scorsa anche il comandante della brigata alpina taurinense, generale Massimo Panizzi, ha seguito le operazioni.
LA CRONACA – (ore 12,15) – Non più tempesta ma vento freddo da Nord, e tendenza del tempo a migliorare ad alta quota sul Gran Sasso, dove proseguono i tentativi di recupero delle salme di Giovanni De Giorgi e Massimiliano Cassa, i due giovani alpini precipitati venerdì scorso in un canalone durante un’escursione.
Una squadra mista composta dai tecnici del Soccorso Alpino (Cnsas) e dagli alpieri del 9° Reggimento ha raggiunto le salme a quota circa 2.500 metri e le sta predisponendo per il recupero. Nonostante le precipitazioni nevose della notte, la visibilità ridotta e il persistere di forti raffiche di vento da Nord, le condizioni meteorologiche dovrebbero migliorare nel primo pomeriggio. Alle operazioni di recupero stanno partecipando anche il Corpo Forestale dello Stato e la Guardia di Finanza.
La zona in cui si sta operando è localizzabile tra le vette maggiori del Gran Sasso, Sella dei Due Corni, che si apre nel versante aquilano sul Vallone dei Ginepri, un declivio a forte pendenza che scende per quasi 1.000 metri verso Val Maone. Nel Vallone i due alpini sono scivolati, precipitati e deceduti durante l’escursione verso il Corno Grande iniziata venerdì.
DI PANGRAZIO – “Professionalità, coraggio e determinazione, ma anche umanità e grande sensibilità: sono stati questi gli elementi caratterizzanti dell’operazione di recupero dei corpi dei due alpini dispersi sul Gran Sasso”. A dirlo è il Presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio che, nel ribadire il commosso cordoglio suo e della massima Istituzione regionale nei confronti delle Famiglie delle due vittime e dell’esercito, sottolinea l’importante e complesso intervento posto in essere dalla Guardia Forestale, dai Vigili del Fuoco, dalle unità del Soccorso Alpini e dai reparti del 9° Reggimento Alpini di stanza all’Aquila. “Un’operazione difficile anche per il carico emotivo sopportato in questi giorni di ricerche dagli stessi soccorritori, commilitoni delle vittime con le quali avevano condiviso numerose missioni in patria e all’estero, sopra tutto in Afghanistan – ha sottolineato Di Pangrazio – Un’azione pianificata, coordinata e portata a termine con perizia, capacità tecniche e fisiche importanti e in condizioni atmosferiche e ambientali estremamente critiche. Pur in un frangente luttuoso come questo – ha detto infine Di Pangrazio – credo sia giusto stigmatizzare l’alta professionalità dei soccorritori ed esprimere loro il nostro apprezzamento e ringraziamento per quanto fanno per la comunità”.
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