La montagna non vuole restituirli


L’Aquila – (Foto: i due giovani alpini morti, Giovanni e Massimiliano, la Valle delle Cornacchie e sullo sfondo la Sella dei Due Corni, sotto la via ferrata di Brizio) – Sembra impossibile a bassa quota – dove sembra una giornata di primavera – che lassù sul Gran Sasso, tra i due corni, ci siano vento, freddo e bufera. Un tempaccio furioso che impedisce, ancora oggi, con vento fino a 100 km orari, ai soccorritori di raggiungere i corpi dei due alpini pugliesi morti precipitando per centinaia di metri nel vallone dei Ginepri. La montagna pare non voler restituire ai loro cari le salme dei giovani con il cappello dalla penna alpina.
I soccorsi, come si chiamano anche se ormai di soccorsi non c’è più bisogno, sono attestati in campi operativi nei due versanti del Gran Sasso. Uno è a Campo Imperatore, versante aquilano, da dove si scorge solo la imponente vetta a coda di pavone con le tre cime del Corno Grande, quasi 3.000 metri. Il Corno Grande era la meta dei due alpini in escusione. Una volta in cima, sarebbero discesi seguendo un altro percorso.
L’altro campo base è a Prati di Tivo, versante teramano. Da lì si parte, dalla parte teramana del Gran Sasso, per il Corno Piccolo e anche per il Corno Grande. Un percorso che si segue anche d’inverno per la traversata della montagna, quando è’ essenziale servirsi delle “ferrate” come quella detta di Brizio (foto) che si trova proprio lassù.
Da Val Maone verso il Piccolo e poi giù verso Prati di Tivo. Da lì muovono le squadre di soccorso che con quelle aquilane puntano verso la Sella dei Due Corni (tra i due corni), che dal lato aquilano precipita a valle con un pendio spettacolare, enorme, il Vallone dei Ginepri e in alto la Valle degli Invalidi. I due alpini riposano nelle loro custodie provvisorie, ancorate alla roccia perchè non le porti via il vento fortissimo della bufera che spira da due giorni, proprio a ridosso della Sella, chi dice a 2.400, chi dice ancora più in alto.
Luoghi impervi dove si sta arrivando solo a piedi. Niente elicotteri, sarebbe pericoloso adoperarli. La montagna, però, continua a stringere i denti. Non vuole resitituire quei giovani ardimentosi che erano lassù a quanto pare senza ramponi. Un errore fatale: sul ghiaccio insidioso dei pendii non si può percorrere neppure un metro senza ramponi, cioè calzature aggiuntive con forti e acuminati “denti” che penetrano nel ghiaccio.
Le squadre di intervento sono formate da alpini, forestali, finanzieri ed esperti della montagna. Uno dei propositi sarebbe raggiungere a piedi le salme e trasferirle in un’altra posizione, magari più in basso, per consentire agli elicotteri di avvicinarsi meno pericolosamente e verricellare i contenitori. Il maltempo però prosegue e potrebbe durare fino a giovedì.


18 Novembre 2014

Categoria : Cronaca
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