La piccola sonda Philae sulla cometa, un passo verso la vita arrivata dal cosmo?


L’Aquila – (di Gianfranco Colacito) – (Foto: immagini della sonda cometaria e della cometa raggiunta, e sotto uno dei libri di Fred Hoyle) – I giornali e la tv, più inclini a torturarci con la politica, con l’economia e soprattutto con la paccottiglia demenziale dei talk show e del gossip, hanno parlato poco e male della sonda Philae che si è silenziosamente posata su una cometa. Eppure, c’è tanta Italia in quella macchina meravigliosa. Tanti cervelli italiani, e anche soldi italiani.
L’avvenimento è invece di portata storica e rappresenta un passo verso la vita. Altri oggetti umani avevano avvicinato e sfiorato comete, nessuno era però “accometato”. Basterebbe la grandiosità tecnologica dell’evento per dedicargli spazio e attenzione molto più grandi di quelle osservate finora. Abbandonando magari per un po’ gli argomenti più beceri del quotidiano.
L’evento, infatti, ha un significato straordinario. La sonda ha viaggiato per centinaia di milioni di chilometri e con strabiliante precisione è scesa dove doveva, cominciando subito a inviarci dati. Ogni segnale impiega 28 minuti per arrivarci. 450 milioni di chilometri, più o meno, richiedono un tempo anche a radiazioni da 300.000 km al secondo, la insuperabile velocità nel vuoto di ogni radiazione.
Le comete sono i primi oggetti che si formarono subito dopo la nascita del Sole: contengono, dunque, informazioni primordiali sul sistema solare. L’analisi del suolo e del sottosuolo della cometa (un corpo solido ruotante lungo circa 5 km, una sorta di patatona cosmica bitorzoluta) ci dirà com’era il sistema solare nascente, prima che i materiali spaziali si aggrumassero per formare i pianeti, tra i quali la Terra.
Un mitico e geniale astrofisico inglese, Fred Hoyle, sostenne sempre (con valide argomentazioni) che la vita venne sparsa per il sistema solare proprio dalle comete. Analizzando la cometa sulla quale siamo atterrati, sapremo se ci sono tracce di vita, avremo forse riscontri utili. Ecco perché l’impresa spaziale europea è di valore immenso: potrebbe svelarci da dove viene la vita sui mondi. Già, sui mondi, perché se viene dalle comete, non sarà certo stato un dono speciale per il nostro mondo.
Quanto a numeri e dimensioni, ce ne guardiamo bene dall’usarli, ma qualche consapevolezza sarà utile. Il sistema solare (i pianeti e gli altri corpi che orbitano attorno alla stella Sole) è sicuramente immenso. Si estende per miliardi di chilometri e un segnale luminoso o radio per raggiungere la periferia (pianeti esterni, lontanissimi da noi, tipo Urano e Plutone) impiega ore. Alla velocità della luce, chiaro.
Tuttavia il Sole (e noi attorno al Sole) è soltanto una dei cento miliardi di stelle della galassia alla quale apparteniamo, detta Via Lattea. E le galassie conosciute dell’Universo sono a loro volta 100 o forse 200 miliardi. Sparse a distanze immense di milioni di anni luce l’una dalle altre. I luoghi più lontani dell’Universo che riusciamo a “vedere” distano da noi 11-12 miliardi di anni luce. L’Universo ha infatti 13,8 miliardi di anni di vita, dal momento in cui una fluttuazione quantistica nel mare di energia lo generò nel big-bang.
Per di più l’Universo si espande, si estende, sempre più velocemente e pare addirittura accelerare più di quanto possa spiegarsi, grazie all’energia oscura. Un’intuizione di Einstein, alla quale neppure lui volle credere, rinnegandola. Invece era tutto vero…
Piccolo viaggio per la sonda Philae, quindi, e piccolo spiraglio di luce sulla cometa. Ma un grande spiraglio di sapere per la mente umana, che la scienza, andando avanti, assedia di misteri sempre più grandi: buchi neri, onde gravitazionali, energia oscura, materia oscura, magie della fisica quantistica che sconcerta e suscita infiniti interrogativi. Scompiglia la nostra mente e le nostre sensazioni, tutte sbagliate. Più sappiamo e meno sappiamo di sapere. Ma Philae è una lucina vivida in tanta smisurata oscurità. Ecco perché sarebbe stato giusto e degno di un paese di cultura parlarne di più e meglio, soprattutto in tv.
Speriamo che qualcuno lo faccia.


14 Novembre 2014

Categoria : Scienze
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