Tasse: Roma ci ripensa e fa altre promesse, ma stavolta nessuno vuole crederci
L’Aquila – (ore 19,55) – Parole, delusioni, e poi altre parole. Il balletto sulle tasse agli aquilani terremotati prende stasera una piega grottesca. Da Palazzo Chigi viene diffusa una nota (che però non arriva a L’Aquila, cosine fatte in casa?) che tenta di gettare acqua sul fuoco. “Infondate le preoccupazioni” pare dica in sintesi la nota romana “perchè ci sarà un altro decreto, firmato da Silvio Berlusconi in persona”. Cosa dirà questo nuovo decreto, lo vedremo, ma certo è che a questo punto la fiducia della gente e quella delle autorità aquilane sono esaurite. Da oggi in poi “basta parole, vogliamo i fatti” proclama l’on. Giovanni Lolli in tv, senza diffondere tuttavia nulla di scritto e firmato. Lolli si dice favorevole alla protesta, che deve durare fino a problema risolto. Secondo le voci rimbalzate a L’Aquila, Palazzo Chigi ritiene di dover fornire chiarimenti ma anche impegni. Si è stabilito con il decreto-beffa, a quanto pare, un principio, si sono reperite risorse, ora verrà emanata una nuova misura firmata dal premier. Tenta di smorzare l’incendio anche il presidente Chiodi, che si troverebbe a Roma al Ministero dell’economia, e parla prima di andare attraverso la Rai. Dice che “si sta lavorando” e che quanto decretato è già una decisione utile per i terremotati e le attività produttive.
La situazione a L’Aquila, come potete leggere dai commenti riportati in sintesi a parte, è di sfiduciata attesa e di decisa mobilitazione. Nessuno pare deciso ad arrendersi. Tutti si chiedono: perchè in questo paese i cittadini debbono essere trattati in questo modo e sentirsi minorenni capriccioni che strepitano? Pare che vogliano chi sa cosa, e invece è solo ciò che è loro dovuto.
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