Franco, stavolta non ci vediamo
Gironzolava e si incontrava spesso per L’Aquila, ma non era più lui, Franco Giancarli, firma de Il Tempo d’Abruzzo, cronista sportivo per decenni, nonché bancario inappuntabile ed elegante. Aveva quanto meno due passioni, lo spilungone benvestito in ogni occasione: il suo lavoro alla Carispaq e Il Tempo. Con lui sparisce anche un nostro pezzo di vita, perché è un pezzo di vita trascorrere giorni e giorni, mesi, anni, spesso fino a notte, con le persone. Troppe sigarette e troppo stress, luci spioventi sulla macchina per scrivere, ticchettio e pezzi urlati al telefono agli stenografi.
Una notte ci fu un tremendo incidente stradale alle porte dell’Aquila. Due sposi abruzzesi in viaggio di nozze morti straziati in un’auto di lusso, sulla ss.17. Un fatto di cronaca da primissima pagina e delle foto da portare a Roma a scapicollo. Cosa che toccò a chi scrive, accompagnato da Franco che non guidava, ma non si tirava indietro nelle occasioni più sgradevoli e scomode. Arrivammo a Roma – piazza Colonna – quasi fuori tempo massimo, Gianni Letta (capo del servizio province allora) sul portone di ingresso de Il Tempo ad aspettare la busta con le foto, nel cuore della notte, e l’indomani un autentico colpo giornalistico. Franco ci tenne compagnia nel viaggio di ritorno, garbato e premuroso, mentre tenevamo gli occhi aperti sulla strada con grande sforzo. Uno dei mille ricordi. Ora che siamo all’addio, al commiato, ancora più prezioso. Tra infinite amarezze degli ultimi anni. Un lieve sussurro. Stavolta, Franco, non “ci vediamo domà ”. Neppure c’è più il tuo, il nostro giornale.
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