La giustizia delle sorprese
Le sentenze non si giudicano, e così sarà anche questa volta per la Commissione grandi rischi che, secondo la corte aquilana, non rassicurò e dunque è quasi totalmente da mandare assolta. Processo alla scienza non è stato. Ma processo delle sorprese, processo a nessuno sicuramente sì. Non si chiude certamente qui la vicenda giudiziaria, che approderà in Cassazione, come è ovvio e scontato. Non si chiude anche perché il PG Romolo Como, che aveva chiesto la conferma della condanna di primo grado per tutti, deve ora decidere se archiviare la posizione di Bertolaso o chiederne il rinvio a giudizio. Difficile compito quello del magistrato, che è aquilano e dunque sente con particolare sensibilità quanto è accaduto.
E’ vero che le persone vanno giudicate senza enfasi e senza emozioni.
E’ vero anche che, spesso, nelle vicende umane, il tempo non cancella sensazioni e dolore, ma li accentua. E’ verissimo, infine, che assolvere – in questo caso specialmente – per molti equivale a sentirsi violati e nuovamente vilipesi. Lo Stato mancò, farfugliò, scelse lo svicolamento. Non disse e non fece nulla di utile. Sicuramente non fece in modo che la gente aquilana percepisse la gravità del pericolo, ne fosse consapevole, potesse agire coerentemente con la percezione del rischio. Lo Stato pavidamente e come sempre eludendo responsabilità e ruoli si trasse da parte. Si diede, come dicono coloritamente a Roma. E ancora una volta si dà . Non è una bella pagina, quella scritta oggi. La aggiungiamo alle tante, troppe altre, numerose da poterci comporre un corposo tomo. Convinti, sempre di più, che bisognerebbe vivere in un altrove migliore. Convinti che, di questo passo, crescerà a dismisura il numero di coloro che vorrebbero non essere qui, oggi. Il peggio che possa capitare ad un popolo.
Non c'è ancora nessun commento.