Grattacieli USA, l’iron worker di Ortucchio
(di Marianna Ruggeri) – A soli 20 anni era già sui ponti, pronto a sfidare la forza di gravità, e non è più sceso, neanche l’incidente che subì mentre costruiva il Golden Gate, a San Francisco, e che lo bloccò per mesi a letto, riuscì a farlo rimanere lontano da quei grovigli di acciaio che piano piano, diventavano i ponti più maestosi d’America.
Nella puntata di Community (Rai Italia), che andrà in onda il prossimo 6 novembre, verrà ricordata proprio la figura di Alfred Zampa grazie al racconto del pronipote, Gianluigi D’Amico, che ancora custodisce, come fossero reliquie, le lettere che Angelina D’Amico, moglie di Al, spediva ai parenti ad Ortucchio, in provincia dell’Aquila. Il padre, Rocco Pacifico Emilio Zampa, nacque il 28 agosto 1876 proprio ad Ortucchio, così come la madre di Alfred, Angelina D’Amico. Rocco arrivò negli Stati Uniti a bordo della nave “Città di Torino” il 20 settembre 1901, insieme a due ortucchiesi, per lavorare in una raffineria nei pressi di Crockett, in California. Dopo alcuni anni di duro lavoro, aveva messo da parte i soldi per il viaggio della moglie, che lo raggiunse nel maggio del 1904 a bordo del “Konig Albert”.
E il 12 marzo 1905, a Selby, poco distante da San Francisco, nasce Alfred Zampa. Fu il primo di cinque figli. A 20 anni, aveva una macelleria a Crockett, ma gli affari non andavano bene. Così chiuse il negozio ed accettò di lavorare alla costruzione di un ponte. Il 21° compleanno lo festeggiò sul suo primo ponte inaugurato nel 1927, da allora i ponti sono stati il punto fermo della sua vita. Zampa ha costruito ponti grandiosi in California, Arizona e Texas e nel 1936, mentre trave su trave stava nascendo il Golden Gate, per una banale scivolata, Alfred precipita nel vuoto, un volo incredibile, fino a sfiorare la roccia. I compagni lo credono morto, ma ad Alfred bastano alcuni mesi di ospedale, un lungo periodo di riabilitazione ed è pronto per tornare sui ponti, “A metà strada tra il paradiso e l’inferno”.
Così Alfred Zampa chiamò l’associazione che fondò per tutelare i diritti di tutta la categoria. E la sua storia diventa un interessante spunto per romanzi e commedie teatrali, come “The Ace” di Isabelle Maynard (An ironworker’s story of heroism, risk and recogniton on the Golden Gate Bridge). “Asso”, così veniva chiamato Al Zampa, è stato sui ponti fino a 65 anni, ha vissuto intensamente mettendo passione, anima, in tutto quello che faceva, anche come allenatore di una squadra di baseball che vinse il campionato nel 1953. Una passione, quella per l’acciaio ed i ponti, che è riuscito a trasmettere ai suoi figli e al nipote Donald, così come l’orgoglio di appartenenza a quel piccolo centro marsicano che Al non ha mai conosciuto se non nei racconti del padre.
Alfred Zampa è morto nel 2000, a 95 anni, e dopo soli tre anni lo Stato della California ha voluto rendergli omaggio inaugurando a Crockett l’Alfred Zampa Memorial Bridge, secondo italiano, dopo Giovanni da Verrazzano, a vantare questo onore. E gli ortucchiesi tornarono a scoprire questo figlio illustre e, per iniziativa dell’allora Sindaco Mario Frigioni, dal 2005 la piazza del Comune di Ortucchio è stata dedicata ad Alfred Zampa. Alla cerimonia non mancò il ringraziamento del Governatore della California, Arnold Schwarzenegger, e il nipote di Al, Donald Zampa.
La figura leggendaria di Alfred Zampa verrà ricordata a Community, il programma trasmesso da Rai Italia all’estero e condotto da Benedetta Rinaldi (in Italia può essere visto su www.raitalia.it). Oltre al contributo di Gianluigi D’Amico, sarà Luciano Ghelfi, giornalista del tg2, a ripercorrere le gesta di questo personaggio diventato emblema del lavoro italiano nel mondo, simbolo del coraggio e di una caparbietà comuni a tanti abruzzesi, tanti italiani all’estero che in ogni parte del mondo hanno costruito opere grandiose.
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