CRESA, L’ECONOMIA IN ABRUZZO
L’Aquila – ( Sintesi gentilmente messa a disposizione dal CRESA - )
FLESSIONE DEL PIL: -4,1% RISPETTO AL 2012 –
• IL QUADRO MACROECONOMICO
Le stime elaborate lo scorso luglio dall’istituto di analisi economica Prometeia indicano per l’Abruzzo una flessione del Pil del -4,1% in termini reali rispetto all’anno precedente (-1,9% l’Italia). Tale calo ha completamente dissolto quanto era stato recuperato nel biennio 2010-2011. La contrazione del Pil regionale è stata determinata dal contributo negativo di tutte le componenti della domanda interna. Dati particolarmente negativi sono quelli riferiti alla spesa delle famiglie e agli investimenti fissi lordi – rispettivamente -1,9% e -1,4% rispetto al 2012 (che si sono ridotti in misura inferiore alla media del paese). La spesa delle famiglie ha risentito della riduzione della capacità di spesa legata, in particolare, alle difficili condizioni del mercato del lavoro. La manovra di risanamento dei conti pubblici ha contribuito a limitare i consumi delle Amministrazioni pubbliche e delle Istituzioni sociali private (-0,3% in Abruzzo; -0,8% la media italiana). Alla forte crisi del mercato interno che ha depresso la domanda nazionale si è accompagnata una insufficiente reazione sui mercati esteri: il contributo del saldo commerciale è stato lievemente negativo.
Tra i settori di attività , il valore aggiunto delle costruzioni ha fatto registrare una riduzione del 9% rispetto al 2012 (-5,9% la media italiana). Per il 2014 si stima un ulteriore ridimensionamento seppure più contenuto (-3%). L’industria manifatturiera ha subito una flessione del 6,8% : nel suo complesso, il comparto manifatturiero mostra una perdita del 21% del valore aggiunto rispetto ai livelli del 2007. I servizi hanno mostrato una flessione del 2,5%. Le attività del terziario sembrano mostrare una migliore capacità di resistenza nelle fasi cicliche negative. In conseguenza di ciò il loro peso, sempre in termini di valore aggiunto, è risultato in aumento nel sessennio 2007-2013 (dal 64,8% al 68% del totale) a scapito del settore industriale che, va ricordato, rappresenta in Abruzzo una quota di valore aggiunto superiore di circa cinque punti percentuali a quella media dell’Italia.
• IL SISTEMA DELLE IMPRESE
Nel 2013 il numero di imprese attive in Abruzzo (129.488, pari al 2,5% del totale nazionale) si è contratto dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Il calo ha interessato tutte le province, ad eccezione di Pescara, e soprattutto i settori dell’agricoltura (-4,4%), delle costruzioni (-3,0%), delle attività manifatturiere (-1,5%) e dei trasporti (-2,2%). Al contrario, hanno mostrato incrementi, in particolare, le attività di alloggio e ristorazione (+1,7%).
Le imprese manifatturiere (12.375) appaiono in diminuzione in tutte le province e in molti dei settori più diffusi a livello regionale (legno e mobili: -3,7%; prodotti in metallo: -1,9% abbigliamento: -4,0%; macchine e apparecchiature: -3,5%) ad eccezione degli alimentari (+1,2%).
Come rilevato negli anni precedenti, e in linea con la tendenza nazionale, la struttura imprenditoriale abruzzese è stata interessata da un intenso processo di riorganizzazione e di consolidamento: le imprese individuali, che costituiscono più dei due terzi del totale, registrano una progressiva diminuzione (-2,3%) mentre aumenta il peso delle imprese con assetto gestionale ed organizzativo più complesso (società di capitali: +4,3%; altre forme: +6,1%).
• L’ARTIGIANATO
A fine 2013 le imprese artigiane attive sono 33.820, con una flessione del 3,1% rispetto al 2012 derivante dal calo registrato in tutte le province e in tutti i comparti, ad eccezione del noleggio, agenzie di viaggio.
Emergono andamenti particolarmente gravi nelle costruzioni (-626 imprese), nelle attività manifatturiere (-224 imprese), nel commercio (-70 imprese) e nel trasporto e magazzinaggio (-82 imprese).
• L’AGRICOLTURA
Il 2013 sembra essere stato un anno di lieve recupero considerando che il valore aggiunto agricolo è stimato in lieve aumento rispetto all’anno precedente dall’istituto di analisi Prometeia (+0,5%). Il saldo commerciale agricolo è negativo ma in miglioramento rispetto al 2012 per l’effetto combinato dell’aumento delle esportazioni (+7,1%) e il calo delle importazioni (-10,4%). Secondo i dati provvisori dell’Istat nel 2013 sono stati riscontrati decrementi nella produzione di cereali (-2,3%) e di frutta (-2,7%) insieme ad aumenti nei comparti pataticolo (+2,5%) olivicolo (+1,3%) e vitivinicolo (uva da vino: +9,1%; uva da tavola: +72,8%).
• L’EDILIZIA
Il 2013 per l’edilizia regionale è stato un anno difficile come evidenziato dalla diminuzione del valore aggiunto che l’istituto di analisi Prometeia stima pari al -9,0%, peggiore del -5,9% nazionale. Alla fine del 2013 il numero delle imprese edili attive era pari a 19.350 unità , il -3,0% in meno rispetto all’anno precedente. Nel corso dell’anno l’edilizia privata ha sperimentato una crisi pesante con crollo della produzione, degli investimenti, delle compravendite e dei mutui concessi. L’unico comparto che ha mostrato una certa tenuta è il recupero abitativo. L’edilizia pubblica sembra essere in fase di ripresa, come evidenziato dall’aumento dell’importo dei bandi per l’esecuzione di opere pubbliche registrato dall’associazione dei costruttori. Le aree colpite dal sisma del 2009 hanno mostrato una certa tenuta del settore, nonostante i lavori connessi alla ricostruzione non abbiano avuto ricadute positive sull’intero tessuto economico e imprenditoriale regionale. Finalmente il 2013 segna una svolta nel processo di ricostruzione per la maggiore speditezza nell’’esame delle richieste di contributo.
• IL COMMERCIO
A fine 2013 le imprese commerciali attive in Abruzzo sono 32.867, in leggerissimo aumento (+0,4%) rispetto al 2012, grazie ai lievi aumenti di Teramo e Pescara (rispettivamente +1,0% e +2,0%). Tra le diverse componenti è stato osservato un certo calo nel solo commercio e riparazione di autoveicoli (-1,1%) mentre il commercio all’ingrosso e quello al dettaglio sono in leggero aumento (rispettivamente +1,4% e +0,2%).
• IL TURISMO
I dati provvisori elaborati dalla regione Abruzzo indicano per il 2013 un movimento complessivo di 6,9 milioni di unità , in calo del 4,8% rispetto all’anno precedente. Tale flessione è conseguenza della diminuzione delle giornate di soggiorno dei turisti sia italiani (-4,7%) che stranieri (-5,3%). Il decremento ha coinvolto la componente alberghiera (-5,9%) più quella extralberghiera (-2,5%) e ha interessato tutte le province.
• GLI SCAMBI CON L’ESTERO
Il valore dell’export abruzzese diminuisce su base annua (-2,4%) e riporta per il terzo anno successivo un andamento peggiore di quello medio nazionale (-0,1%). Il tasso regionale di propensione all’export è nel 2013 del 25,5%, in lieve calo rispetto al 2012 (25,9%) e inferiore alla media nazionale (27,9%).
Nel 2013 le esportazioni regionali riguardano per il 60% prodotti specializzati ed high tecnology, (Italia: 42%), per il 38,7% prodotti standard e tradizionali (Italia: 56,2%) e per l’1,3% prodotti agricoli e materie prime (Italia: 1,8%). In particolare, il 64,6% delle vendite estere abruzzesi è costituito da prodotti meccanici ed elettromeccanici (Italia: 47,9%): si tratta principalmente dell’output delle imprese internazionali operanti nel settore dei mezzi di trasporto presenti nella provincia di Chieti, le cui esportazioni restano sostanzialmente invariate rispetto all’anno precedente. Aumentano le vendite estere dei settori gomma (+6,6%), agro-alimentare (+4,4%), metalli (+14,4%) e chimico (+6,4%); diminuiscono quelle del tessile e abbigliamento (-18,8%), dei macchinari ed apparecchiature (-6,4%) e dei prodotti farmaceutici (-35,3%).
Da un punto di vista geografico, registrano decrementi le vendite estere verso tutte le aree geografiche, ad eccezione dell’Africa e dell’America centro-meridionale.
Sotto un profilo temporale più ampio, l’export regionale, dopo incrementi significativi superiori alla media nazionale nella seconda metà del Novecento, nell’ultimo decennio è entrato in crisi e, al contrario di quanto si osserva per altre regioni del Mezzogiorno, l’apertura internazionale dell’Abruzzo si è ridimensionata. Le cause di tale debolezza sono molteplici: perdita di competitività delle piccole imprese nei settori del made in Italy e in altri settori caratterizzati dalla presenza dominante di grandi imprese a controllo esterno, forte orientamento verso il mercato UE, assai meno dinamico di quello di altre aree, aumento della domanda estera di prodotti italiani appartenenti a settori diversi da quelli di forza della regione.
• IL MERCATO DEL LAVORO
Nel 2013 le condizioni del mercato del lavoro regionale si sono ulteriormente deteriorate. Secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, nel 2013 in Abruzzo il numero di occupati è diminuito del 3,4% rispetto all’anno precedente (-4,6% e -2,1%, rispettivamente, nel Mezzogiorno e in Italia). La flessione dell’occupazione ha riguardato soprattutto il comparto industriale (-9,9%) e le costruzioni (-9,5%); nelle attività di servizio il calo degli occupati è stato meno accentuato (-1,9%).
Il tasso di attività (rapporto tra le forze di lavoro e la popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni) è sceso dal 63,8% al 62,0% (52,5% nel Mezzogiorno e 63,5% in Italia). Su tale andamento ha inciso principalmente la riduzione del numero di occupati. Le persone in cerca di lavoro sono state in media oltre 63.000: il tasso di disoccupazione ha raggiunto l’11,4% (19,7% nel Mezzogiorno e 12,2% in Italia). Il peggioramento delle condizioni occupazionali ha interessato principalmente i giovani: nella classe di età 15-34 anni il tasso di disoccupazione è passato dal 18,5% al 21,7%.
• IL PROFILO SOCIO-DEMOGRAFICO
I residenti in Abruzzo al 31 dicembre 2013 sono 1.333.393 unità , il 51% dei quali donne. Rispetto al 2012 la popolazione è cresciuta di 21.432 unità , con un aumento dell’1,6%, lievemente inferiore a quello medio nazionale (1,8%). A fronte di un saldo naturale negativo, tale incremento è stato generato, oltre che da rettifiche e registrazioni anagrafiche d’ufficio, dai soli flussi migratori con l’estero.
Alla fine del 2013 gli stranieri residenti in regione sono 84.285. Essi rappresentano il 6,3% della popolazione, peso inferiore a quello medio italiano (8,1%). Nel confronto con l’anno precedente la componente straniera fa registrare un incremento del 12,5% e, rispetto al 2002, il suo peso sul totale si è più che triplicato. Gli stranieri sono individui per lo più giovani, che entreranno nel mondo del lavoro o vi resteranno per almeno i prossimi 25 anni, più propensi degli italiani a procreare. Il 52,7% è di sesso femminile, a conferma del fatto che il fenomeno migratorio è trascinato in Abruzzo dalla richiesta di lavoro delle famiglie più che del sistema delle imprese.A fine 2012 la popolazione regionale è composta per il 13% da giovani tra 0 e 14 anni, per il 29,3% da individui tra i 15 e i 39 anni, per il 35,6% da adulti tra i 40 e i 64 anni e per il 22,1% da persone con più di 64 anni. Negli ultimi anni, in Abruzzo più che nel resto del paese, si registra un rapido invecchiamento demografico: tra il 1998 e il 2012 i residenti con 40 anni e più passano dal 50,0% della popolazione totale al 57,7%; gli over 64 dal 19,6% al 22,1%, gli over 80 dal 4,4% al 7,1%.
• LE FAMIGLIE
L’Abruzzo ospita 462.066 famiglie, pari al 2,1% del totale nazionale (XV Censimento della popolazione). In regione, come in tutto il territorio nazionale prevalgono le famiglie formate da una e due persone. (29,6% e 25,5% del totale), quelle composte da 3 e 4 persone rappresentano quote rispettivamente pari al 20% e al 18,3%, l’incidenza delle famiglie più numerose diminuisce sensibilmente all’aumentare del numero di componenti (5 componenti: 4,8%; 6 e più persone: 1,6%). Le famiglie con almeno uno straniero sono in Abruzzo 31.754 e costituiscono il 6,1% del totale delle residenti.
Le trasformazioni che negli ultimi anni hanno inciso sulla struttura sociale hanno prodotto radicali cambiamenti anche nell’organizzazione della famiglia e, quindi, della sua configurazione, primi fra tutti il rapido aumento del numero delle famiglie e la contestuale diminuzione del numero medio di componenti.
Tra il 1971 e il 2011 la popolazione regionale aumenta del 12,8%, il numero delle famiglie del 60,6%, il numero medio di componenti a famiglia passa da 3,5 a 2,5. Tali modifiche sono riconducibili all’aumento delle famiglie uni personali formate da giovani e anziani, all’incremento delle separazioni/divorzi, alla maggiore incidenza di coppie senza figli o con un solo figlio e alla diminuzione del peso delle famiglie con membri aggiunti o più nuclei.
• L’ISTRUZIONE SECONDO IL CENSIMENTO DELLA POPOLAZIONE
In Abruzzo gli individui senza titolo di studio sono 119.790, pari al 9,7% della popolazione di età superiore a 6 anni (in Italia 8,8%) in notevole calo negli ultimi 30 anni (nel 1981 pari a 27,7%). Tra di essi gli analfabeti sono 13.986 (cioè l’11,7% dei soggetti senza titolo di studio) e gli alfabeti senza titolo di studio 105.804 (il restante 88,3%). I soggetti senza titolo di studio incidono sulla popolazione di età superiore a 6 anni maggiormente nella provincia di Chieti (10,7%) che, insieme a Teramo (10,3%), supera il valore regionale.
I laureati e i diplomati sono rispettivamente 151.364 e 393.456 pari rispettivamente al 12,2% e 31,7% della popolazione di età superiore a 6 anni (in Italia rispettivamente 11,2% e 30,2%), entrambi in forte aumento negli ultimi tre decenni (i diplomati nel 1981 pesavano per l’11,6% e i laureati per il 2,6%). I laureati pesano in misura maggiore nelle province di Pescara e L’Aquila (rispettivamente 13,8% e 13,2%).
Nella popolazione femminile sono più diffusi rispetto a quanto accada nella popolazione maschile sia i soggetti senza titolo di studio o con sola licenza di scuola elementare, sia quelli dotati di titolo di studio elevato (laurea e diploma universitario), fenomeno presente in Abruzzo più che in Italia.
Indicatori macroeconomici Abruzzo Italia
PIL 2013 (mln di euro, valori concatenati, anno di rif. 2005) 24.952 1.362.962
PIL (var. % rispetto al 2012) -4,1 -2,1
PIL pro capite (euro) 18.596 22.466
Imprese attive 2013 129.488 5.186124
Tasso di natalità 2013 (per mille) 7,4 7,4
Tasso di mortalità 2013 (per mille) 8,3 8,0
Imprese attive (var. % rispetto al 2012) -1,2 -1,0
Imprese agricole 2013 (per 1000 residenti) 21,3 12,8
Imprese manifatturiere 2013 (per 1000 residenti) 9,3 8,5
Imprese delle costruzioni 2013 (per 1000 residenti) 14,5 13,0
Imprese dei servizi 2013 (per 1000 residenti) 51,5 50,6
Export 2013 (mln di euro) 6.734,2 389.854,2
Var. % rispetto al 2012 -2,4 -0,1
Occupati 2013 (migliaia) 490 22.420
Persone in cerca di occupazione 2013 (migliaia) 63 3.113
Forze di lavoro 2013 (migliaia) 554 25.533
Occupati (var. % rispetto al 2012) -3,4 -0,3
Tasso di occupazione 2013 pop. 15-64 anni (%) 54,8 55,6
Tasso di disoccupazione totale 2013 (%) 11,4 12,2
Tasso di disoccupazione maschile 2013 (%) 11,2 11,5
Tasso di disoccupazione femminile 2013 (%) 11,8 13,1
Tasso di disoccupazione 2013 giovani fino a 24 anni (%) 37,7 40,0
Popolazione Abruzzo 2013 1.333.939 60.782.668
Var. % rispetto al 2012 +1,6 +1,8
Stranieri (%) 6,3 8,1
Saldo migratorio totale 2013 (per 1.000 residenti) 2,2 3,0
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