Ricordo e conosco


di GIANFRANCO GIUSTIZIERI

L’Aquila – IMMAGINI DAL PASSATO, 1956: NASCE IL TEMPO ABRUZZO – Venerdì scorso si sono tenuti funerali simbolici per la chiusura definitiva dell’inserto abruzzese del quotidiano “Il Tempo”. Brutta notizia, anzi pessima per i giornalisti impegnati nella testata regionale, per i lettori, per tutta l’informazione. Quando un giornale democraticamente libero chiude o è costretto a ridurre i suoi servizi qualcosa non funziona, gli spazi si restringono e c’è sicuramente chi se ne avvantaggia. Si cancellano pensieri, riflessioni, prese di posizione, si toglie un frammento conoscitivo senza distinzioni politiche e culturali.
Allora si ripercorre il passato, si ricostruiscono le storie ed anche una semplice immagine può servire.
Un cassetto si apre, un ritaglio di giornale spunta fuori accompagnato da una foto sgualcita. Sotto una didascalia L’Aquila, sala Eden, novembre 1956. Presentazione dell’inserto de “Il Tempo”. Al tavolo Renato Angiolillo, Laudomia Bonanni e Bice Vivio.
Non è rimasto più nulla, solo la memoria e la scrittura e non per tutti. Cerchiamo di leggere le parole non scritte.
La sala del Gran Caffè Eden, il più conosciuto bar del centro cittadino, decorata nel più autentico stile Liberty tra il 1931/32, lasciata per anni all’incuria del tempo e all’inefficienza imprenditoriale, restaurata dopo il 2003 per volontà dell’aquilana Mafalda Mannetti e per l’opera dell’architetto Giuseppe Santoro, ora oscurata dalle macerie del terremoto. È rimasto solo un libro per la memoria: La decorazione della Sala dell’Eden. L’Aquila 1931-1933 di Giorgio de Marchis, pubblicato dalla casa editrice aquilana Textus.
Poi Renato Angiolillo, fondatore e direttore della testata giornalistica. Ne fu anche l’editore, volle e inaugurò l’inserto abruzzese, molti scritti su di lui con amarezze future.
E Laudomia Bonanni, con cappellino e veletta, la nostra scrittrice, che iniziò la collaborazione nella terza pagina de “Il Tempo” con l’elzeviro Vecchio Biffi del 14 aprile 1953. Una curiosa coincidenza: il più conosciuto e storico bar-ristorante di Milano!
Di spalle una giovane signora: Bice Vivio. Una sua raccolta di poesie in biblioteca, T’ho chiamata poesia. Poetessa conosciuta, apprezzata da Giovanni Pischedda, studioso insigne della nostra provincia letteraria, anch’egli nel nostro libro del tempo lontano.
Tutto da una foto: frammenti di memoria per noi, di conoscenza per le giovani generazioni. Due brevi parole per gioire: ricordo e conosco.


03 Novembre 2014

Categoria : Storia & Cultura
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