Il sisma del ’15, testimone Jorghensen
L’Aquila – (Foto: lo straordinario panorama del paese e un’immagine ‘sulle orme dei pittori danesi’) – L’edizione italiana del racconto “Civita d’Antino” sarà presentata al Pisa Book Festival il prossimo 9 novembre. Ad un secolo di distanza dal catastrofico terremoto che sconvolse l’Abruzzo e in particolare la Marsica, l’editore D’Abruzzo-Menabò presenta nell’ambito di PISA BOOK, festival dell’editoria indipendente, l’edizione in lingua italiana di “Civita d’Antino” del poeta e scrittore danese Johannes Jorghensen.
L’appuntamento è fissato per le ore 13 del 9 novembre 2014, presso la Sala Blu del Palazzo dei Congressi di Pisa, sede della manifestazione alla quale partecipano 150 editori, tra italiani e stranieri. La presentazione avverrà nel contesto della manifestazione, alla dodicesima edizione, che quest’anno riserva il ruolo di protagonista alla letteratura dei paesi scandinavi, che fa registrare un crescente interesse in Italia.
Quel tragico 13 gennaio 1915 Johannes Jørgensen si trovava in Italia, a Siena. Appena appresa la notizia del terribile terremoto che devastò tragicamente l’Abruzzo, volle raggiungere immediatamente l’area colpita e in modo particolare Civita d’Antino, per conoscere di persona le conseguenze del sisma nella cittadina della Valle Roveto cara a molti danesi, da oltre trent’anni sede estiva della scuola d’arte del maestro Kristian Zahrtmann.
Quella del grande biografo di San Francesco d’Assisi costituisce una straordinaria testimonianza lucida e al tempo stesso intensa e commovente del dramma vissuto dalla popolazione, della distruzione, dei morti e feriti, ma anche della generosa opera di volontari e militari. Drammatica e prolungata la descrizione di Avezzano, interamente distrutta. Scriverà dell’impressione di essere tornato da un campo di battaglia.
Il suo racconto, pubblicato a Copenaghen nel 1915, aveva in particolare l’obiettivo di informare i tanti danesi che conoscevano molto bene Civita d’Antino, attraverso le tante opere di decine di artisti, amici o allievi di Zahrtmann. La notorietà del paese abruzzese in Danimarca è d’altra parte implicita nel titolo del racconto. Oltre alle migliaia di vittime (trentamila), il terremoto segnò la fine di una straordinaria stagione artistica, scivolata lentamente nell’oblio.
La nuova edizione è curata da Antonio Bini, come la prima edita nell’anno 2005 e andata subito esaurita, segnando una ripresa di interesse nei confronti della scuola d’arte danese, frequentata anche da pittori svedesi, norvegesi e finlandesi. Il racconto viene riproposto al pubblico dopo numerose richieste. La nuova edizione è ulteriormente arricchita dal saluto dell’ambasciatore di Danimarca in Italia, Birger Riis-Jørgensen. Un saluto non formale il suo, considerato che è stato il primo rappresentante ufficiale del paese natale di Zahrtmann ad aver visitato Civita d’Antino.
Nel suo intervento l’ambasciatore scrive dello “splendido libretto”, sottolineando come “vale veramente la pena dedicare un po’ di tempo alla lettura di questo racconto dello scrittore, il quale aveva già scritto una bellissima biografia su Francesco d’Assisi. Il racconto può sembrare quasi un reportage di un giornalista di guerra, con tutto il suo orrore e la sua disperazione. Ma il racconto porta anche il lettore a Civita d’Antino che non tornò mai più ad essere quel luogo d’incontro prezioso per i tanti artisti nordici.”
Il testo è tradotto da Bruno Berni, grazie alla collaborazione dell’Associazione Culturale Johammes Jorghensen di Svendborg.
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