Halloween: origine di un mito legato ai celti
(a cura di Flavio Colacito – psicopedagogista). Halloween ha origini molto antiche, tanto che la sua storia è possibile legarla al tempo in cui Francia, Irlanda, Scozia e Inghilterra ricadevano a pieno titolo sotto l’influsso della cultura celtica, quindi precedentemente al dominio di Roma che fece dell’Europa la sua sfera d’influenza. Per i celti l’inizio dell’anno non cominciava il 1° gennaio, come oggi è consuetudine nel mondo occidentale, bensì il 1° novembre, quando volgeva al termine ufficialmente la stagione calda e si veniva introdotti gradualmente nella stagione delle tenebre e del freddo.Al termine di ottobre il lavoro nei campi era terminato, il raccolto era al riparo ed i contadini potevano concedersi il meritato riposo, ma anche condurre una vita al chiuso per diversi mesi, trovando dentro le loro case il riparo dal freddo, realizzando utensili e trascorrendo le serate a narrare storie e leggende alla luce dei focolari.Chiaramente ciò rappresentava il pretesto per prepararsi alla vigilia del 1° novembre, la festa più importante dell’anno, una sorta di Capodanno dedicato a “Samhain”. “Samhain” era una divinità considerata il “Signore della Morte” e il “Principe delle Tenebre”. Infatti i celti ritenevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, cioè il 31 Ottobre, Samhain radunasse attorno a sè gli spiriti dei morti, i quali si riteneva vivessero in una dimensione di eterna giovinezza e felicità chiamata “Tir nan Oge”. In tale giorno si riteneva anche che le leggi dello spazio e del tempo fossero come sospese tanto da rendere possibile l’intersezione tra due mondi, quello dei vivi e l’altro dei morti, un’occasione per permettere alle anime di mostrarsi, di comunicare con i viventi e di divertirsi facendosi beffa di loro attraverso scherzi accompagnati da macabre apparizioni, così da incutere le paure più tremende tra i comuni esseri viventi. “Samhain” diventava così una celebrazione in grado di unire la paura della morte e degli spiriti assieme all’allegria per le celebrazioni connesse al termine del vecchio anno. È così che, durante la notte del 31 ottobre, i celti usavano riunirsi nei boschi e sulle colline per la cerimonia legata all’accensione del “Fuoco Sacro”, un momento accompagnato dall’immolazione di animali. Tali momenti imponevano anche l’uso di abiti e maschere grotteschi durante il ritorno ai villaggi, atmosfere cupe che prevedevano l’utilizzo di lanterne composte da cipolle intagliate contenenti le braci del “Fuoco Sacro”. Al termine dei riti descritti i celti si preparavano ad una serie di festeggiamenti per 3 giorni, mascherandosi con le pelli degli animali uccisi così da “spaventare” gli spiriti dei boschi. In Scozia la notte di “Samhain” gli abitanti dei villaggi erano soliti sotterrare pietre, ricoprendole di cenere e lasciandole lì sino al mattino successivo. Se al mattino una pietra risultava essere stata smossa, l’oscuro presagio voleva che la persona che l’aveva seppellita sarebbe deceduta entro la fine dell’anno. In Irlanda ebbe diffusione la consuetudine di lasciare qualcosa da mangiare e del latte da bere sull’uscio delle abitazioni, dando la possibilità agli spiriti vaganti di potersi rifocillare, in modo da placare la loro inquietudine, decidendo di non compiere scherzi beffardi verso gli abitanti dei villaggi. Le conquiste romane permisero a cristiani e celti di venire in contatto. Nel corso del periodo della cristianizzazione dell’Europa, la Chiesa provò a debellare i culti pagani, ma non sempre fu facile e ci furono diversi fallimenti. Nel proposito di far smarrire il significato legato ai riti della festa di “Samhain”, nell’ 835 Papa Gregorio Magno modificò la festa di Ognissanti, in onore di tutti i santi del Paradiso, dal 13 Maggio al 1° Novembre. Il culto di “Samhain” non fu tuttavia sradicato e per tale motivo la Chiesa aggiunse, nel X secolo, un’altra festa: il 2 Novembre, “Giorno dei Morti”, dedicato alla memoria delle anime degli scomparsi, che venivano ricordati dai loro cari, indossando costumi da santi, angeli e diavoli e incendiando grandi fascine per i fuochi. In inglese “Ognissanti” equivale a “All Hallows’ Day”; la vigilia del giorno di “Ognissanti”, cioè il 31 ottobre, corrisponde a “All Hallows’ Eve”. Queste parole si sono trasformate prima in “Hallows’ Even”, e da qui ad “Halloween” non c’è voluto poi molto. I tentativi della Chiesa cristiana di far scomparire i riti pagani legati a “Samhain”sono stati quindi diversi, ma nel tempo “Halloween” ha mantenuto le caratteristiche di una festa connessa al mistero, alla magia, al mondo delle streghe e degli spiriti, con un fascino particolare e contagioso. Tra il 1845 e il 1850, a causa di una calamità biologica che devastò le coltivazioni di patate, circa 700.000 irlandesi furono costretti ad espatriare in America, portando con sè le vecchie credenze, naturalmente l’usanza secolare legata ai festeggiamenti di “Halloween”. Negli Stati Uniti “Halloween” non ha più i significati religiosi e rituali originali, ed è diventato un momento ricreativo e un’occasione per stare assieme in allegria: a quanto sembra gli americani annualmente spenderebbero due milioni e mezzo di dollari tra costumi, addobbi, feste, per rendere il 31 ottobre una notte di follie.
La consuetudine di mascherarsi nelle lunga notte di “Halloween” è con tutta probabilità un retaggio celtico che, come detto, sarebbe legato al fatto di indossare pelli di animali e maschere mostruose durante i riti di “Samhain”, quindi all’accensione del “Fuoco Sacro”, così da scacciare gli spiriti burloni proteggendo i villaggi durante la notte. Nota è anche l’abitudine dei bambini che bussano alle porte delle case gridando “Trick or treat”, che tradotto significa grosso modo “dolcetto o scherzetto”, una prassi anch’essa ripresa dall’usanza dei celti di lasciare cibo e latte fuori dalla porta, ritenendo di dissuadere in tal modo gli spiriti vaganti dai loro intenti, risparmiando agli uomini spaventi di ogni sorta. In America gli irlandesi , al loro arrivo, capirono subito che le zucche apparivano funzionali molto più delle consuete cipolle e rape per la realizzazione delle vecchie lanterne: la tradizionale “Jack o’lantern”, icona incontrastata di “Halloween”, è perciò cosa moderna e nulla ha a che fare con le usanze celtiche, anche se attualmente è l’immagine di questa affascinante storia da solo un centinaio d’anni e tutti i bambini del mondo conoscono la zucca come segno inconfondibile di “Halloween”, la notte più spaventosa dell’anno.
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