Se sei bravo e… molto laureato riesci a leggere e capire la scadenza


L’Aquila – Esistono leggi molto rigide – l’ossessionante spot televisivo sull’Europa ce lo ricorda fino alla nausea – in materia di tutela dei consumatori italiani. Anzi, siamo all’avanguardia in questo campo. Una di queste leggi impone ai produttori di alimenti di indicare la scadenza del prodotto in maniera chiara e leggibile da tutti, anche da un anziano in difficoltà. Invece, devi spesso essere bravo e molto laureato, magari anche bi-laureato per capire ciò che compare su alcuni prodotti.
Quello nella nostra foto (capperi, peraltro squisiti e di ottima qualità) è un barattolino di vetro con coperchio blu scuro sul quale compaiono i numeri e forse una data, che potete vedere ben chiaramente. Ma solo nella foto, ovvero grazie alla luce radente del flash che evidenzia cifre e lettere. A occhio nudo è ben difficile vedere qualcosa, perchè la scritta è nera e il nero sul blu non è il massimo…
Inoltre, è obiettivamente difficile capire: 2017 è forse l’anno di scadenza? E gli altri numeri? Uno sembra un orario, l’altro ha quattro cifre e una L davanti, sarà una legge citata dal produttore? Quanto è scritto più sopra è indecifrabile per qualsiasi persona normale, cioè un consumatore che paga (caro) quell’ottimo prodotto.
Controllati altri vasetti, il risultato della ricerca non cambia. Difficile, se non impossibile, leggere e capire. Una signora evidentemente esperta accortasi di quanto facciamo, estrae una piccola torcia a led dalla capiente borsa e ci fa vedere che, accendondola sul coperchio del vasetto, si riesce a scorgere qualcosa. Ma non certo a capire senza difficoltà.
Di più non ne sa un addetto del supermecato, che si stringe nelle spalle, mugola qualcosa e si allontana: è annoiato, scocciato di dover “lavorare” (si fa per dire) il sabato, invidioso di suoi coetanei che stanno pensando ad Halloween.
Senza voler arrivare a conclusioni affrettate, possiamo supporre che – in genere e senza riferimenti a prodotti particolari – l’indicazione della scadenza chiara, grande e leggibile senza altre annotazioni, numeri e acronimi o sigle, sia per i commercianti scomoda. Infatti, non si venderebbero prodotti prossimi alla scadenza, e magari non si potrebbero rifilare (come accade più spesso di quanto si pensi) prodotti scaduti.
Saremo forse anche molto tutelati da normative imposte dall’Europa. Ma leggi scritte e strombazzate, ma applicate in modo ingannevole ed elusivo, servono solo a tenere in piedi una convinzione diffusa: l’Italia stenta ad essere davvero Europa. E, a quanto pare, non sono in molti a preoccuparsi di imporre il rispetto delle regole.
Chi sa perchè. Ma sì, in fondo lo sappiamo: perchè tutti tengono famiglia, chiudono un occhio, spesso due occhi, forse anche il terzo occhio.


01 Novembre 2014

Categoria : Cronaca
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