L’atleta e la persona
San Giovanni Teatino – IL MALLEOLO FA CRAK E LORO CI AFFIDANO IL COMPITO DI ESPRIMERE UN MESSAGGIO – Ieri, (29 ottobre 2014), durante l’allenamento, Riccardo Capone, (Under 16), ha avuto un infortunio che lo terrà fuori per una sostanziale fetta di tempo. La scomposizione del malleolo, della gamba sinistra, sarà motivo di sosta forzata per un periodo temporale che dipenderà dal giudizio dei medici ma, anche e soprattutto, dalle capacità di recupero di Riccardo. Proprio in virtù di quest’ultimo aspetto che dirigenti, tecnici e compagni hanno voluto affidare alla penna del nostro Stefano Leone, il compito di dedicargli un pensiero. Ecco cosa ne è venuto fuori.
“Gli infortuni per l’atleta possono essere devastanti da un punto di vista emotivo. Tuttavia Riccardo, sappi che le recenti acquisizioni della conoscenza medica, dicono che chi è capace di gestire bene queste emozioni guarisce prima. Ora, per te, può essere difficile digerire il fatto di non poter raggiungere i tuoi compagni sul campo e gli obiettivi personali che, nell’immediato, avevi davanti. Proverai forse rabbia, quella rabbia del…”non è giusto”. Forse ti domanderai, “ perché proprio a me; perché proprio ora che l’attività sportiva sta entrando nel vivo”. Vivere questo senso di ingiustizia, caro Riccardo, ti alimenterà la rabbia e ci si sente traditi dal proprio corpo, e dall’allenamento. Quindi essere arrabbiati per qualche giorno è fisiologico, ma poi bisogna guardare avanti. L’atleta deve porsi traguardi per il recupero in modo da poter apprezzare via via anche i piccoli successi. Come tutti gli atleti colpiti da infortunio, ti sarai già chiesto nell’immediatezza dell’evento, “…quando potrò rientrare?”. Anche questo è normale e non è detto che sia negativo. Si, perché si tende sempre a cercare di compensare il danno subito, attraverso delle immediate fantasie di recupero. E allora, Riccardo, in tutto ciò, non dimenticare mai che l’atleta è una persona… ma rimane comunque un atleta! Dunque, il fatto di essere infortunati non deve precludere l’idea di essere comunque un atleta. Sarà perciò importante continuare ad approcciarsi al proprio sport cercando di compiere le azioni che tengano “sul pezzo” come, ad esempio, presentarsi nella struttura sportiva per continuare a vivere “l’odore del campo”, presenziare alle riunioni con lo staff e i compagni e così via. Sappi, Riccardo, che l’infortunio riguarda una parte di tè, dunque non potrà mai mettere in disparte lo sviluppo della tua persona che cresce insieme alla figura dell’atleta. Siamo con te”.
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