La multa, il vigile, il questore e Il Tempo
Quella della multa al questore di Pescara, del vigile spedito sotto processo e – prima ancora – del pesante intervento ai danni del quotidiano Il Tempo che aveva rivelato e documentato la vicenda, è una brutta pagina. Doppiamente brutta, ed ecco perché.
Senza pontificare e magari attingere nella retorica il cui serbatoio è sempre pieno, chi ha buonsenso e pensa di vivere – un’attesa più che una certezza… – in uno stato con regole democratiche, ritiene che i protagonisti di peso di una vicenda simile dovrebbero rimettere le cose a posto, dopo aver ammesso il proprio torto, se ne hanno. Più sei importante, e prima devi mostrare limpida fermezza. Un questore è anche un simbolo, per i cittadini. In questa storia, spuntano dubbi, si ingenerano dicerie e sospetti, magari anche ingiusti. Non è meglio evitare che ciò accada?
C’è chi chiede che il vigile sia premiato, encomiato. Magari anche questa è retorica. Ma vorremmo ricordare che quando, anni fa, un vigile aquilano multò auto blu di ministri e vip quasi accatastate di fronte all’Università per una cerimonia, il sindaco azzittì proteste e polemiche pagando di tasca sua le multe. Vip e tromboni arroganti si offesero e nessuno fece neppure finta di voler semplicemente pagare. Ci pensò il sindaco, un vecchio signore come Tullio De Rubeis.
La seconda bruttezza è che, a Pescara, fu Il Tempo a scoprire la storia della multa al questore e dei guai per il vigile. E subì per questo una perquisizione. Già , quel giornale che proprio ora chiude i battenti e lascia l’Abruzzo. Ecco cos’era Il Tempo: un giornale che faceva il giornale. Senza guardare in faccia i vip. Come vedete, una perdita per tutti noi. Chi sa se qualcuno ci rifletterà un pochino. Prima di rituffarsi nello squallore in cui viviamo. E al quale, questo è il peggio, andiamo assuefacendoci.
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