Magari un pizzico di garbo…

La ramanzina del sindaco dell’Aquila, Cialente, ai dipendenti comunali dai modi non eleganti ha un suo perché, anche se va detto per onestà che molti comunali la cortesia ce l’hanno e la usano.
Va detto anche che il sindaco si riferisce solo e soltanto ai modi, e non allo svolgimento dei lavoro. Per cui i sindacati ricordano inutilmente che appena dopo il sisma, molti comunali erano al loro posto e svolgevano il loro lavoro. E allora cosa dovremmo dire dei dipendenti della sanità, dei vigili del fuoco e così via tanti? Certo che i più erano al loro posto. Ci sarebbe mancato altro.
E’ nella storia aquilana la famosa risposta al telefono, dal palazzo civico, in dialetto e dando del tu. Un modo di agire che, nei tempi andati, apparteneva persino ai vigili urbani. Il famosissimo “Addò va?” rivolto da un vigile ai Quattro Cantoni ad un tizio che camminava in mezzo all’incrocio tra le auto. E l’altrettanto mitica risposta: “Alla Standa, pecchè?”.
La formale eleganza dei gesti, del linguaggio, dei toni, è alquanto desueta. Il tu paesano a tutti, che oggi, del resto, è quasi una regola persino nei centri commerciali, è invece la moda dilagante. La cafoneria sale, la buona educazione scende, come se costasse. E’ quindi sostanzialmente giusto che il sindaco richiami alle buone maniere. Come sempre, a rimetterci è chi educato è sempre stato, in Comune e altrove. Impastato, cementificato nella grossolanità prevalente. Omogeneizzato nella rozzezza.
Del resto, la buona educazione è come il coraggio per don Abbondio manzoniano: se uno non ce l’ha, non se la può dare. Ma, comunque la si pensi, non si potrà negare che una strigliatina per un pizzico di garbo non farà male a nessuno. Farne una questione sindacale è esagerato. Sicuro che i sindacati non abbiano cose più importanti da affrontare?