Disgrazie, no a fatalismo e dilazioni
L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “Gentile Direttore, dopo la tragedia di San Gregorio, l’ennesima, dovuta probabilmente ad errori umani, ma quasi certamente resa inevitabile per carenze strutturali quali quelle da Lei evidenziate con la descrizione degli attraversamenti pedonali nei paesi “civili”, credo sia giunto il momento di dire basta a qualsiasi atteggiamento fatalista o peggio ancora dilatorio da parte di chi è preposto come funzione alla salvaguardia della vita umana.
L’Aquila già lo era e lo è diventata sempre di più negli ultimi anni una sorta di “Babele” per tutto ciò che riguarda la circolazione stradale intesa anche come presenza di esseri umani costretti a cointeragirci.
Gli attraversamenti pedonali nella maggior parte dei casi sono praticamente invisibili, con le strisce “rifatte” quando Dio vuole e non dovunque, scarsamente o affatto illuminati, con l’attraversamento del pedone che diventa una sfida alla morte ad ogni passo.
Ma non solo i pedoni rischiano visto che ci sono incroci che, malgrado la proliferazione di rotatorie di tutti i tipi dovunque, rendono quasi impossibile evitare l’incidente (incrocio all’altezza della caserma dei Vigili del Fuoco o diaboliche intersezioni all’altezza delle uscite/entrate nei pressi del Cimitero da e per il vicino ipermercato).
Aggiungiamo la maleducazione, anzi la criminalità di un gran numero di imbecilli che fregandosene bellamente di limiti o divieti di qualsiasi tipo sono soliti andare a “90″ dove sarebbe opportuno andare a “30″. Di posizionare dissuasori neanche a parlarne perchè ogni volta esce fuori il “delicatino” di turno che paventa danni ai veicoli, per cui nel dubbio interi quartieri sono alla mercè dell’umore del “pilota” di turno.
E’ così dovunque. E dispiace dirlo, non è che segnalazioni o esposti sortiscano risultati di sorta, per cui mentre assistiamo ad esempio al rilievo della velocità sul viale di Collemaggio, preannunciato come vuole la legge un bel po di metri prima facendo diventare tutti bravi e rispettosi, ci sono zone nelle quali, malgrado sia stato messo nero su bianco, come suol dirsi, circa 4 anni orsono, tutto continua come prima e anche peggio (esposto dal sottoscritto presentato alle autorità competenti nientemeno che il 16 novembre 2010 relativamente alla zona di Via Piemonte).
La città si è ingrandita, purtroppo, anzi è stata deturpata , gli agglomerati del progetto case hanno dato un bel colpo di grazia, ma forse invece di piagnucolare perchè Matera è stata scelta, come capitale europea della cultura mentre L’Aquila non è stata nemmeno considerata, sarebbe il caso di darsi una smossa per rendere la città , o quel che ne resta, più vivibile, anche curando strade, incroci, attraversamenti pedonali, perchè anche questa è cultura. Senza aspettare la settimana prima della ricorrenza di turno per pulire a specchio l’angoletto interessato all’evento.
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