“Una mancanza forte nel mondo del calcio”
L’Aquila – Scrive Massimiliano Pieri, vice presidente San Gregorio calcio: “La vita di una bambina è stata spezzata. Aveva solo 12 anni ed attraversava una strada statale pericolosa. Non è il primo caso e purtroppo temo non sarà neppure l’ultimo. Nel contesto della piccola frazione di San Gregorio, domenica pomeriggio si è consumato un dramma: la magistratura accerterà responsabilità penali, se ve ne sono, e verificherà la situazione di un tratto di strada che va messo comunque in sicurezza. Da mesi si lavora alla definizione di un tracciato condiviso per la variante Sud della SS 17, proprio per alleggerire una viabilità divenuta quasi insostenibile nei pressi dei centri abitati come San Gregorio ma più in generale per allontanarla dai centri abitati sulla direttrice L’Aquila-Pescara.
Responsabilità diffuse legate ai ritardi con cui si sta procedendo sono sotto gli occhi di tutti fin da luglio 2014, da quando il presidente dell’ANAS (dott. Ciucci) insieme al presidente della Regione Abruzzo D’Alfonso hanno condiviso, a CasaOnna, le richieste del territorio per sviluppare il tracciato alternativo ma nulla si è mosso. Siamo fermi lì, anzi, un Sindaco vorrebbe riaprire la discussione sul tracciato. È ora di dire basta. La politica decida, rispetti le volontà del territorio e realizzi una strada divenuta ormai imprescindibile.
Domenica però, oltre al drammatico incidente che ha tolto la vita alla piccola Susanna ed alle carenze strutturali della viabilità , è emersa una mancanza forte del mondo sportivo, e soprattutto del mondo del calcio.
La gara che si stava svolgendo nelle immediate vicinanze andava fermata.
Una bambina perde la vita, sua mamma ferita gravemente a pochi metri dal campo di calcio, un silenzio rotto dalle lacrime delle suore e dalla commozione dei tanti presenti. Una scena straziante eppure lì a pochi metri la partita di calcio andava avanti e dal luogo dell’incidente si ascoltavano distintamente i rumori, le grida e le gioie di una partita di calcio.
Come dirigente accompagnatore avrei dovuto ritirare la squadra. Sicuramente avrei dovuto. Mi sono precipitato lì dove era avvenuto l’incidente, ho visto il dramma di una mamma ferita che aveva perso la sua bambina e non ho avuto la lucidità per prendere la decisione giusta. Sento la responsabilità per non aver ritirato la squadra mettendo così fine alla gara con conseguenti sanzioni e penalizzazioni.
Al tempo stesso però riscontro che altri, con maggiore lucidità lo hanno chiesto. Mi riferisco ad Antonello Passacantando: ha provato a far fermare la gara parlando direttamente con l’arbitro, ma a quanto risulta il regolamento lo impedisce.
Ma è giusto che una partita vada avanti in tali condizioni? È giusto che l’arbitro non possa valutare di sospendere una gara dilettantistica quando nelle immediate vicinanze è avvenuto un fatto così grave? È giusto decidere se fermare la gara o meno sia responsabilità esclusiva delle società sportive, con relative penalizzazioni, e nulla possa fare l’arbitro?
No non è giusto moralmente. Ma è giusto per il regolamento FIGC, a mio avviso, sbagliato.
Prendo spunto dallo spazio che mi verrà concesso per aprire un dibattito pubblico con i vertici FIGC. Mi rivolgo al presidente Tavecchio, chiedendo se ritiene opportuno allargare la discrezionalità dell’arbitro quando accade un fatto come questo. Presidente, lei proviene dal mondo dilettantistico, la sofferenza ed il dolore per una simile tragedia non possono in nessun modo essere sovrastate da una partita di calcio: le grida provenienti dal campo di calcio stridono troppo con il buonsenso.
Modifichi il regolamento, dia la possibilità all’arbitro di sospendere una gara quando avvengono fatti di tale gravità , seppur non connessi con il calcio ma avvenuti nelle immediate vicinanze. Il mondo del calcio forse non capirà ma la coscienza ed il buonsenso si.
Grazie.
Massimiliano Pieri
Vice-Presidente ASD San Gregorio
maxpieri@yahoo.it
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