Possibile attentato a Bonanni? Tre arrestati
Chieti – SOSPETTI DI EVERSIONE E TERRORISMO – Tre persone sono state arrestate in seguito a indagini della Procura distrettuale dell’Aquila, e della questura di Chieti, in relazione a minacce nei confronti dell’ex capo della Cisl nazionale, Raffaele Bonanni, abruzzese di origine e proprietario di una residenza estiva a Francavilla. I tre arrestati sono due uomini e una donna, tutti abruzzesi, residenti tra Francavilla e Guardiagrele. Nelle indagini sono state trovate armi, tra le quali una mitraglietta, e nei pc sequestrati riferimenti alla costruzione di ordigni esplosivi, nonché un sito con una denominazione che fa pensare addirittura ad Al Qaeda. Sospetti di eversione e di collegamenti terroristici, quindi, ben fondati.
Tutto ebbe inizio dalla deposizione di un ordigno, risultato poi inoffensivo, presso la casa di Bonanni, nello scorso mese di marzo. Dalla telefonata anonima che ne annunciava la presenza, la questura di Chieti arrivò ad un giovane, residente nei pressi della casa di Bonanni, figlio di un operatore balneare. Da costui alle altre persone che frequentava il passo fu breve e i sospetti divennero elementi concreti.
La deposizione dell’ordigno era, secondo gli inquirenti, solo un avvertimento nei confronti del sindacalista. Ma da non sottovalutare, e forse annuncio di un possibile attentato.
L’INCHIESTA – Gli ordini di custodia cautelare sono stati emessi dal gip del tribunale dell’Aquila Giuseppe Romano Gargarella su richiesta del procuratore capo Fausto Cardella e del sostituto Antonietta Picardi. A mettere gli investigatori sulle tracce del telefonista anonimo era stato il carabiniere che aveva ricevuto la telefonata fatta da Nunziato (32 anni e non 39). Cio’ in quanto, essendo il giovane gia’ conosciuto per altri precedenti, al militare era venuto il sospetto che si trattasse proprio di lui.
Cosa poi accertata da una perizia fonica. In particolare Nunziato era stato gia’ arrestato nel gennaio del 2013 dai carabinieri perche’ trovato in possesso di pistole e una mitraglietta Skorpion. Il 32enne era molto legato a Donato Colasante. Entrambi condividevano la passione per le armi in generale e una sorte di insoddisfazione nei confronti della societa’ e del potere in generale.
A luglio in casa di Nunziato la polizia aveva rinvenuto due pistole e un fucile e nel pc di Colasante le istruzioni per costruire ordigni artigianali anche con il Nepal. Non solo: c’erano anche diverse immagini relative alle decapitazioni dell’Isis. Fondamentali, poi, sono risultate le intercettazioni ambientali e telefoniche ma anche cio’ che il telefonista anonimo scriveva su Facebook il cui profilo aveva il nome di Davide Al Zarquawi. Bonanni lo chiamavano ‘il politico’ e nei suoi confronti i tre arrestati avevano un’ attenzione ossessiva. La donna, 30enne pescarese, separata dal marito, madre di una figlia piccola, e’ accusata di falso e concorso in detenzione illegale di armi ed anche di aver ceduto del metadone all’uomo.
Era lei, secondo quanto accertato dalla polizia, a fornire le armi all’ex marito potendole acquistare perche’ in possesso di un’autorizazione per il tiro al volo. L’abitazione di Nunziato si trova accanto alla casa di Bonanni, particolare che rendeva assai facile seguire gli arrivi, gli spostamenti e le partenze dell’ex numero uno della Cisl. Durante l’attivita’ investigativa la polizia ha inoltre scoperto che Donato Colasante avrebbe anche cercato di far prostituire la sua fidanzata non ancora maggiorenne per cui e’ accusato anche di induzione alla prostituzione minorile. Oltre agli agenti della squadra mobile le indagini sono state portate avanti dal personale della quarta sezione contro gli stupefacenti e il crimine diffuso coordinata dall’ispettore capo Licio D’Antuono.
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