“Rifare l’Italia” e la giustizia
L’Aquila – Se si vuole davvero “rifare l’Italia”, come si chiama il movimento pidino che si occupa di cultura e problemi sociali, ai cui vertici c’è l’abruzzese Michele Fina, uno dei temi più impegnativi è la giustizia, vista dall’angolazione dello sviluppo. Se ne parla al convegno riunito nel Ridotto del teatro comunale aquilano, tra presenti e partecipanti illustri, tra i quali Giovanni Legnini, l’abruzzese ex stimatissimo sottogretario nel governo Renzi, oggi vice presidente del Consiglio superiore della magistratura. Accanto a Legnini il ministro della giustizia Orlando, il capo della CGIL Camusso e rappresentanti di categorie produttive nazionali, il sindaco Cialente, magistrati, avvocati, sindacalisti, imprenditori. Il convegno è stato organizzato da Rifare l’Italia-Abruzzo, con Michele Fina, in collaborazione con l’Anm (Sezione Abruzzo), Ordine degli Avvocati dell’Aquila, Consiglio degli Ordini Forensi d’Abruzzo, Università di Teramo (Facoltà di Giurisprudenza), Università dell’Aquila (Facoltà di Economia).
La Camusso è stata accolta a L’Aquila dal capo della CGIL abruzzese Gianni Di Cesare. Secondo lei, l’emergenza fiscale in Italia richiede leggi chiare e trasparenti, e l’ammoderamento del sistema di esazione. Fuori in piazza, una delegazione del personale amministrativo della giustizia in situazione di precariato. “Qui la ricostruzione – ha detto – ha fatto i conti con i tempi lunghi, le competenze e gli errori di un lungo periodo nel quale si era deciso di non ricostruire il centro storico. Una legge di stabilità senza risorse per L’Aquila aggraverebbe la situazione”.
Tra i temi del dibattito, spunta anche un impegno del ministro Orlando: la corte d’appello abruzzese resterà com’è e dov’è. Nè cancellazioni nè accorpamenti, come si era temuto nei mesi scorsi. Il ministro ha parlato della riforma del processo civile, essenziale in un paese che vuole svecchiarsi, e di alcune modifiche anche nel diritto penale.
I lavori sono stati introdotti dal presidente della corte d’appello, Schirò.
Non c'è ancora nessun commento.