Renzi, anche se non dovesse venire…
L’Aquila – Scrive Franco Taccia: “Prima di giudicare qualcuno tocca perlomeno sapere più o meno com’è fatto, che pesce è insomma, e allora curiosiamo qui e la tra le pagine, poche, della storia di Renzi, che oggi 15 ottobre, non è venuto in Abruzzo.
Magari per cercare una spiegazione al perchè dei ripetuti rinvii della sua visita a L’Aquila della quale (per fortuna) pare che non si parli più, con buona pace di quelli abituati a non lavarsi la mano per un mese dopo aver stretto quella di qualche personaggio importante per poter poi gratificare un figlio con una carezza enfatizzandone il valore, paragonabile di fatto ad una carezza del “potente”, come raccontava De Amicis nel libro “Cuore”, dove il potente era nientepopodimeno che il re.
Bene, Renzi non cambia idea solo sulla data delle visite ma parrebbe averlo fatto negli anni, con piena facoltà , anche con le proprie idee politiche, che, se mai le idee hanno un colore, potrebbero essere definite variopinte.
Perchè, dopo qualche tempo passato a lavorare nella ditta di famiglia, le cronache parlano di marketing e giornali, ovvero distribuzione di quotidiani e volantini, e dopo la laurea in giurisprudenza, viene nominato segretario del partito popolare, pronto però dopo qualche tempo ad agganciare il carro di Prodi.
Poi, “caduto” Prodi, eccolo con la margherita, non a sfogliarla, ma a “coordinarla”. Quindi a dirigere la “provincia” di Firenze; dopo 5 anni primo premio alle primarie per il sindaco del capoluogo “gigliato”.
E questo delle primarie chiaramente è il suo cavallo di battaglia.
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