Facciamoci un F-35 o un Tornado
A dirlo è il sindaco Cialente: in tv, oggi, al microfono di Paolo Rico, ha invitato gli aquilani a bombardare civilmente e democraticamente il sito del Governo, con e-mail mirate, chiedendo a gran voce che il caso L’Aquila sia davvero una priorità . Più che un problema “ingravescente” – ha detto il sindaco medico, è un problema di etica, per l’Italia e per l’Europa. Bene, a questo punto i cittadini accendano i loro ordigni comunicativi (pc, smart, i-pad e così via), digitino l’indirizzo del Governo e sparino le loro e-mail. Educatamente, ma a migliaia, tanto da intasare le linee e le caselle postali romane.
Sappiamo che avete un mare di cose gravi da fare, diranno le e-mail, ma ci siamo anche noi. O vene siete scordati? Qui non funziona più niente, le sedie di fronte ai pulsanti di comando sono sguarnite, i soldi stanno per finire, i Renzi non si vedono (poco male, tanto lo vediamo ovunque in tv, l’ipercinetico premier…), migliaia di pratiche per ricostruire sono ferme da mesi e mesi. Può darsi che qualcosa si muova. Più che consigliarci bombardamenti elettronico-epistolari, cos’altro deve fare il sindaco?
Una cosa da suggerirgli l’abbiamo: prima di farci un F-35 armato veramente, o un Tornado che è un po’ italiano, dovremmo imparare a mirare giusto. I nostri bombardamenti non dovranno essere inefficaci come quelli tra Irak e Siria, che non fermano nessuno e servono solo a sprecare miliardi di dollari. Se dobbiamo bombardare, facciamolo per bene. Tanto, peggio di quel che ci capita, non c’è niente.
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