Roma fa berlicche a L’Aquila?
Nelle ultime settimane, e nell’accavallarsi degli eventi, si bucina in giro che Roma – nel senso dell’apparato sovrano del potere in cui brilla lo stellone di Matteo Renzi – stia facendo berlicche a L’Aquila. Insomma, che il governo non voglia bene a L’Aquila e ai defedati aquilani, inclusi i papaveri locali del PD. Con estensione persino al pantocratore Luciano D’Alfonso.
Il forfait di Renzi, infatti, più che bruciare agli aquilani, scotta D’Alfonso e al PD, perché furono loro ad annunciare l’apparizione del premier in Abruzzo il giorno 15 ottobre. Detto in parole impietose, una bufala.
Chi ha i piedi per terra, e li ha sicuramente più degli altri il tormentato sindaco Cialente, che salta a pie’ pari il localismo per puntare direttamente ai portoni di bronzo di Bruxelles, si angustia perché le cose stanno precipitando rapidamente: niente soldi, niente legge per la ricostruzione, niente sostituto di Aielli, niente sottosegretario alla ricostruzione, case e map che crollano, incredibile scaricabarile di Gabrielli. Una “scerta” di guai che ricorda sarcasticamente le trecce di agli nelle case di campagna. Per scacciare il maleficio e i maligni.
Nella meccanica quantistica, la più illustre (e vera) evoluzione della fisica, non solo il localismo è inesistente, ma lo è ancora di più il determinismo. Non esistono il qui e il là , l’adesso e il dopo, nello spaziotempo, ma neppure le cose avvengono con un fine, un obiettivo conoscibile.
Pare la descrizione di quanto sta capitando a L’Aquila… Cialente, uomo di letture evolute, deve conoscere bene queste astruse verità scientifiche, tanto distanti dal senso comune, ma ultraconfermate dagli esperimenti. E si è reso conto che l’unica rispondenza nella realtà macroscopica, deve essere proprio nella situazione aquilana. Tutto è irreale, indeterminato, incontrollabile. Soprattutto la politica, il PD e Renzi. Purtroppo, a rimetterci le penne siamo tutti noi, che ci sbattiamo il muso. E sono cinque anni e mezzo che subiamo.
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