Arcigay: “Delirante idea sgombero asilo”
L’Aquila – Scrive Leonardo Dongiovanni – Arcigay Consoli: “Dopo l’evacuazione delle abitazioni antisismiche di Cese di Preturo, preceduta dal sequestro, tempo fa, di quelle di Arischia, ora la rediviva compagine politica che ne aveva fortemente voluto la realizzazione, alza la voce contro qualcosa di cui ignora totalmente l’importanza e taccia impunita di “illegalità” le associazioni e gli eventi culturali e ricreativi che si tengono all’interno dell’Asilo in Viale Duca Degli Abruzzi.
Ma la legalità lungi dal giustizialismo, è un concetto elevato quanto elastico, che va applicato di volta in volta ai vari contesti in cui si ritiene di volerla far valere; il resto è mistificazione e chi ignora ciò, manca di quello stesso senso civico che dice di perseguire.
Un luogo abbandonato da due anni prima del sisma, attualmente unico polo giovanile del centro storico, rimasto intatto in seguito a quel fatidico evento del 6 Aprile del 2009, non può essere utilizzato come capro espiatorio e ridotto a “postribolo di disadattati” da parte degli stessi che politicamente hanno usato la legalità sempre e solo come uno slogan.
L’Asilo, tra le tante cose, in una situazione transitoria per L’Aquila, ha aperto la cittadinanza ai campi estivi di Legambiente per i ragazzi con sindrome di down, al centro operativo di “Viviamo L’AQ”, ai vari laboratori artistici, agli alloggi per le “fragilità sociali”, ai Cineforum d’autore ed è stato in questi anni la sede di Arcigay L’Aquila, che al suo interno ha potuto offrire alla città un impeccabile servizio di ascolto ed un invidiabile punto d’incontro per la comunità LGBT in loco.
E ancora: le varie iniziative svolte in collaborazione con l’università, come “Terre nude”, l’incontro “Quale università in quale città?”, dove è intervenuta la stessa Rettrice Paola Inverardi, il dibattito sulla salute mentale con l’associazione “180 Amici” in occasione dell’anniversario della Legge Basaglia e molto altro; come si può minimizzare ed infangare un fenomeno sociale talmente meritevole, oltretutto con toni barbaramente intimidatori?
E’ altresì opportuno notificare che le utenze sono state regolarmente pagate dalle stesse persone che hanno usufruito del posto e nessuno ha mai preteso di restare ad oltranza all’Asilo o di rivendicarlo come proprio, purché i lavori volti alla costruzione di un “polo giovanile” inizino senza indugi.
In tutto questo turpiloquio viene da domandarcisi se aldilà dei tecnicismi e della faziosità, si tenga conto del parere di tutti quei cittadini, che l’Asilo lo frequentano assiduamente per le sue attività e che ne hanno un’idea tutt’altro che negativa. Di contro ci si chiede in che modo negli ultimi cinque anni queste forze politiche camuffate da “liberatori”, abbiano incrementato la socialità a L’Aquila.
Coloro che hanno definito “dubbie presenze” le associazioni che appoggiano l’Asilo e che auspicano un vero e proprio blitz delle forze dell’ordine, si assumeranno certamente la responsabilità politica ed umana di aver posto fine a tutto ciò anzitempo, soffocati dal pregiudizio e dalla violenza, per pura smania pubblicitaria.
Se proprio la delirante proposta di sgombero coatto dovesse avverarsi, allora per Arcigay, (che oltre alla sua causa ha sposato anche quella della città) sarà uno scempio imperdonabile ed immotivato, una “Stonewall” tutta aquilana che resterà negli annali della stessa ricostruzione.
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