Regione riorganizzata, trasparenza e meriti?
L’Aquila – C’è in tv uno spot per l’Europa che parla della Gran Bretagna, la meta più ambita dai giovani italiani che emigrano, come di un posto in cui vale il merito, e non la raccomandazione. Sarebbe questo l’obiettivo vero da raggiungere in Italia, e nel nostro caso in Abruzzo, ma a che punto siamo? La Regione intende rinnovarsi e dice di volerlo fare. Occorre verificare se è davvero così. O se sono soltanto slogan e fole politiche.
Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Domenico Pettinari, foto, interviene sulla riorganizzazione interna di Giunta e Consiglio che vedra’ mutare l’attuale assetto della struttura amministrativa di qui a poco. “In verita’ – afferma l’esponente politico – le modifiche piu’ sostanziali riguarderanno la struttura amministrativa della Giunta regionale, perche’ quella del Consiglio regionale non sembra particolarmente toccata da questa ‘rivoluzione’, come e’ stata definita. Ricordando che lo Statuto, per la verita’ richiamato espressamente dalla Giunta regionale nel proprio atto di ricognizione del personale, prevede che l’organizzazione degli uffici debba ispirarsi a criteri di imparzialita’, buon andamento e trasparenza dell’amministrazione, ci chiediamo a che punto siamo? Come sara’ assicurato il rispetto di questi principi nella selezione delle ‘bravure’ che il Presidente sta cercando per il miglior funzionamento della Regione? In che modo saranno utilizzate le graduatorie concorsuali ancora vigenti che rappresentano l’unico strumento per garantire imparzialita’ e merito?
L’accesso tramite concorso pubblico previsto dalla costituzione continua a rappresentare la regola? Purtroppo – prosegue Pettinari – in Consiglio regionale viene approvato un Avviso di selezione pubblica per la copertura a tempo determinato di un posto da Dirigente al Servizio ‘Segreteria del Presidente, Affari Generali, Stampa e Comunicazione’, la cui legittimita’ e’ tutta da verificare. Considerato che l’avviso prevede la partecipazione alla selezione di figure dirigenziali e solo in assenza di domande da parte di questi ultimi e’ ammessa la partecipazione anche di dipendenti di categoria D, ci chiediamo se e’ legittimo prevedere requisiti di ammissione alla selezione piu’ restrittivi rispetto alla norma regionale”.
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