Città fantasma, tutti in fuga disperati

L’Aquila – La città fantasma si svuota di ora in ora. Tutto chiuso, non si trovano che disperazione, dolore, smarrimento e tendopoli nelle quali la notte è stata lunga e fredda. Ma lo Stato presente ha dato un po’ di coraggio a tutti: più di quello che viene fatto con ammirevole dedizione di tutti, non si potrebbe fare, nè mai in passato le cose hanno funzionato meglio. I funerali delle vittime avranno luogo venerdì alle 11 nel piazzale della Scuola della GdF, messa celebrata dal vescovo Molinari, presente forse un inviato del Papa o, dicono alcuni, il Papa stesso. Le distruzioni stanno assumendo proporzioni impressionanti. Per il momento, mancano speranza e fiducia, c’è solo sgomento, ma bisognerà pure rialzare la testa. Apprezzato il messaggio di Bruno Vespa ieri sera in tv: un’esortazione ai “suoi” aquilani a non darsi per vinti.
Ha scritto il deputato aquilano Pierluigi Mantini: “Ora è il momento di continuare a scavare con speranza, di provvedere all’emergenza, del dolore e della commozione. Ma per il futuro non vogliamo new town, vogliamo recuperare e ricostruire L’Aquila e i centri storici, come in Umbria, più belli e più sicuri di prima. Come abruzzesi non vogliamo L’Aquila 2″.
Oggi la conferenza dei capigruppo regionali è stata convocata per oggi all’aperto, visto che le sedi regionali hanno subito danni ingenti. Bisognerà chiedersi a questo punto che tipo di restauri e ristrutturazioni hanno subito, costate ingenti somme e durate anni. Ma di questo si parlerà in seguito e c’è un’inchiesta della Procura già avviata: bisognerà svolgere un’infinità di approfondimenti. Ora è il tempo di sopravvivere e di farcela in qualsiasi modo, per aiutare la gente, soccorrere feriti e malati, seppellire i morti. Il dolore è profondo, occorre forza: magari quella della disperazione che ci ha travolti tutti. Ma non ancora vinti.