GRANDI RISCHI: PROCESSO NON ALLA SCIENZA, MA AD ALCUNI SCIENZIATI – CHIESTA CONFERMA CONDANNA -
L’Aquila – SI DELINEA UN PROCESSO ANCHE PER BERTOLASO – SENTENZA A FINE OTTOBRE – (Foto: ottobre 2011, parenti delle vittime in aula nel primo processo, e altre foto in basso) – Il Pg Romolo Como alla fine della requisitoria ha chiesto per i 7 imputati della Commissione Grandi Rischi, la conferma della sentenza di primo grado, (sei anni di reclusione) tranne la pena accessoria dell’interdizione dei pubblici uffici. A chiusura dell’udienza di oggi, il presidente ha calendarizzato il processo. Udienze ogni venerdì e sabato. Toccherà quindi alle parti civili, e alle difese, più una eventuale replica del PG. Tutti gli avvocati delle parti offese parleranno venerdì 17, il 31 ultimo avvocato degli imputati, quindi camera di consiglio e sentenza, forse lo stesso giorno.
LA CRONACA DELL’UDIENZA – Se la volontà è fare presto, bisognerà anche decidere subito dopo la sentenza sul procedimento penale autonomo, ma per la stessa vicenda, nel quale e’ indagato anche l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso.Infatti, secondo una denuncia presentata da alcune parti civili, egli sarebbe stato l’ispiratore della riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009 nella quale sarebbe uscito il messaggio tranquillizzante per la popolazione in relazione allo sciame sismico in atto da mesi. La Procura della Repubblica voleva archiviare il caso anche per la considerazione che estendere la colpa a Bertolaso equivaleva a restringere quella della Commissione. Il procedimento e’ stato avocato dalla Procura generale che nella scorsa estate ha chiuso le indagini preliminari e si appresta, ma non in questi giorni, a chiedere il rinvio a giudizio. Bertolaso, tramite il suo avvocato, ha inviato una breve memoria ma ha rinunciato a farsi interrogare.
Il collegio della Corte d’Appello ha ammesso l’acquisizione del dvd inerente la trasmissione televisiva ‘Presa Diretta’ andata in onda a gennaio 2013 dal titolo: “Gli irresponsabili”. Lo stesso verra’ proiettato in aula. Secondo alcuni avvocati di parte civile nella stessa Bernardo De Bernardinis affermava che non si sarebbe mai aspettato una crescita di magnitudo.
Ci sono una trentina di studenti del Liceo classico “D. Cotugno” dell’Aquila, in una stanzetta riservata loro nella Corte di Appello, a seguire l’udienza ai sette membri della Commissione Grandi Rischi. I ragazzi sono accompagnati dalla docente Anna Lucia Bonanni.
NESSUN PROCESSO ALLA SCIENZA – ANCHE LA STATI RASSICURATA – Chi sapeva di geologia e di sismologia non utilizzò i suoi saperi, confinandoli nel cassetto. “Rassicurarono gli aquilani sulla base di valutazioni “approssimative, generiche e inefficaci”. Mentre con una corretta analisi del rischio “si sarebbero potute salvare vite”. E’ il “cuore” della motivazione del processo contro i vertici della commissione Grandi Rischi, riunita a L’Aquila il 31 marzo 2009, pochi giorni prima del devastante terremoto del 6 aprile, condannati in primo grado a 6 anni per omicidio colposo e lesioni colpose. Nelle 940 pagine delle motivazioni il giudice Marco Billi, chiarisce chiaramente ed espressamente: “Non fu un processo alla scienza”, “…pacifico che i terremoti non si possono prevedere”.
“Sulla corretta analisi del rischio andava calibrata una corretta informazione”. “Invece si minimizzo’ lo sciame sismico in corso, inducendo alcune delle vittime a rimanere a casa anche dopo la prima scossa”. E’ quanto ricorda oggi l’AGI, rileggendo la sentenza di primo grado e le sue motivazioni. Che furono limpide, chiarissime, corpose e documentate dal coraggioso magistrato Billi. Ma non tutti le lessero o le vollero leggere…
Una rilettura necessaria per stroncare sul nascere – come abbiamo scritto mille volte – ogni torbido tentativo di rilanciare la falsa e sfrontata tesi di un inaccettabile “processo alla scienza”, perché incapace di prevedere i terremoti.
Una falsità vergognosa che purtroppo anche molti mass media – specie tv – hanno sposato o per ignoranza o per altri inspiegabili motivi. Oppure molto ben spiegabili?
La migliore indicazione sulle rassicurazioni della commissione, c’è scritto nelle motivazioni della sentenza di primo grado – si ricava dalla lettura della frase finale della bozza del verbale della riunione, laddove l’assessore alla Protezione civile regionale Daniela Stati, in modo emblematico, dice: “Grazie per queste vostre affermazioni che mi permettono di andare a rassicurare la popolazione attraverso i media che incontreremo in conferenza stampa”.
Billi sottolinea che “la rassicurazione non costituisce un segmento della condotta che il pm contesta agli imputati, ma costituisce in realta’ l’effetto prodotto dalla condotta contestata”.
Le affermazioni emerse nel corso della riunione della Commissione sui temi della prevedibilia’ dei terremoti, dei precursori sismici, dell’evoluzione dello sciame in corso, della normalita’ del fenomeno, dello scarico di energia indotto dallo sciame sismico quale situazione favorevole, che costituiscono il corpo principale del capo di imputazione, hanno una indubbia valenza rassicurante. Insomma sempre secondo il giudice Billi – non e’ stato un processo alla scienza che non e’ riuscita a prevedere il terremoto del 6 aprile 2009. Un’evidenza che per cinque anni a molti non è stata chiara, e neppure oggi lo è, se la tv continua a dedicare all’argomento servizi sconcertanti con banalità assurde. Perché? Uno degli enigmi che aleggiano attorno alla vicenda giudiziaria da oggi in appello.
IL PG COMO – (Foto: la Commissione G.R: riunita a Palazzo Silone nel pomeriggio del 31 marzo 2009) – “Ancora si parla di processo alla scienza contestando il lavoro della procura e del giudice, giocando sull’equivoco dell’accusa e della condanna di non aver previsto il sisma. Le voci fuori dal processo sono importanti, non e’ vero che non abbiamo orecchie per sentire in quest’aula. Lo ha detto perfino un ministro della Repubblica dell’allora governo tecnico”. E’ quanto ha sostenuto nella sua requisitoria, il Pg della Corte d’Appello, Romolo Como nel corso dell’udienza. “Non si tratta di un processo alla scienza, ma ad un’errata analisi degli indicatori di rischio e ad una non corretta informazione di questa analisi”.
Como ha chiarito: “Giampaolo Giuliani, uno studioso privato di sismologia, non è un ciarlatano, è una persona che ha dedicato anni allo studio dei terremoti”. Quanto alla ridicola teoria dello “scarico di energia” attraverso scosse ripetute, il PG l’ha definita una grande sciocchezza, una boiata.
Della riunione della Commissione grandi rischi convocata in fretta e furia a Palazzo Silone, il pg ha aggiunto: “Non era una riunione al bar tra quattro amici, ma un organo autorevole dal quale si attendevano opinioni e parole da competenti”. E torna una definizione che si è già sentita con autentico stupore: “Commissione a L’Aquila? Un’operazione mediatica”. Facile capire che la convinzione dei magistrati implica riferimenti al potente e discusso capo della Protezione civile nel 2009, Guido Bertolaso. Per il quale c’è un iter giudiziario in corso a parte.
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