Mamma Rai è giovane, fa trent’anni
L’Aquila – (di G.Col.) – Mamma Rai, come la chiamano inguaribilmente quelli di una certa età , fa trent’anni oggi. Anzi, 50. Anzi, molti di più. Ma ci limitiamo alla Rai abruzzese, quella di via De Amicis a Pescara, dove aprì i battenti nel 1959 trasferitavi (potenza di un leader straordinario, l’on.Spataro) dalla sede originaria, L’Aquila, quartiere Torrione. Dove oggi si trova una postazione dell’Enel, vicino ai vigili urbani. Trenta o cinquanta? Mettiamoci d’accordo. 50 anni sono trascorsi dall’apertura della sede, che allora era solo radio. Trenta dal prima telegiornale regionale, andato in onda condotto da Giovanni Verna il 15 dicembre 1979. Ora tutto è chiaro. Da quegli anni lontani, durante i quali Rai voleva dire spartizione politica a tutto campo, ma anche presenza di autentici talenti che per fortuna c’erano (basta pensare a Bruno Vespa, entrato nel 1969), molti milioni di volte il mare Adriatico si è infranto sulla battigia. E tanta acqua è giunta nel porto canale dal fiume dannunziano.
La Rai di allora era quella di Luigi Parisi, Domenico Marcozzi, Franco Totoro, Fabiano Del Papa, Maria Rosaria La Morgia, del regista Donato Di Francesco, di Edoardo Tiboni, colto e blasonato direttore della sede, di Fausto Celestini, e della voce deliziosa di Lucia Monticelli nei giornali radio delle 12 e 10 e della sera. Del tonante e gioviale Giuseppe Mori, l’uomo che cantava a squarciagola in redazione. Così, per distrarsi. Sì, perché vogliamo ricordare anche mamma radio, il gazzettino abruzzese immarcescibile che ci ha fatto compagnia (e ancora ce ne fa) per decenni. Prima del ’79, mamma Rai era cieca, perché senza tv, ma non muta. E anche noi davamo da L’Aquila il nostro contributo, accanto al corrispondente Enrico Carli. Tempi eroici, pochissimi soldi e tanto lavoro ogni mattina per le notizie. Però che scuola: confezionando notizie per la radio si impara davvero a fare il giornalista secondo la regola di Montanelli: chi non sa dire in cinque parole una cosa importante, è meglio che cambi mestiere. Se la dice con dieci parole, è capace di qualsiasi nefandezza…
Oggi quella Rai è ben altra cosa, guidata da un navigato maestro come Mimmo Logozzo. Si avvale di fior di giornalisti, c’è la nutrita pattuglia delle donne battagliere e preparate come Daniela Senepa, e delle sue colleghe di prima e di dopo. Volti nuovi, ottimi servizi, spesso persino graffianti e coraggiosi (Umberto Braccili), rubriche (Ennio Bellucci), appuntamenti, spazi per il sociale e per l’ingiustizia sociale. I tg privati (una volta decisamente prevalenti) trovano pane per i loro denti. Trentenne e cinquantenne, mamma Rai non sarà mai nonna. Oggi è la voce dell’Abruzzo e parla bene. Spesso alza la voce. C’è, ogni giorno accanto a tutti noi. Auguri, via De Amicis, dal primo all’ultimo: siete servizio pubblico di qualità . E ci scusino quelli che non abbiamo ricordato. Vuoti di memoria, invecchiamo insieme. (Una rara immagine Rai: neve a Pescara)
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