Nozze gay, resta aperto registro comune
Bellante – ISCRIZIONI NON CE NE SONO ANCORA, MA CHI VUOLE PUO’ FARLO – CONTRO ALFANO ANCHE LA CHIESA CATTOLICA ECUMENICA DI ALBA – Non è stata una trovata felice, secondo molti sindaci, quella del ministro Alfano che ostacola le registrazioni nei comuni italiani delle nozze gay celebrate in altri paesi. Molti primi cittadini, a cominciare da quello di Milano, non sono d’accordo con Alfano e ritengono che non si possa impedire la registrazione. Tra loro il sindaco di Bellante, Mario Di Pietro (Pd), foto, il cui Comune è il solo in provincia di Teramo ad aver istituto nel 2013 il registro delle unioni civili, e ora manifesta il proprio dissenso nei confronti del ministro dell’ Interno, Angelino Alfano, che ha chiesto ai prefetti di rendere nulle le trascrizioni di nozze fra persone dello stesso sesso celebrate all’estero e registrate in Italia.
“Ribadisco che e’ una questione di diritti civili che vanno garantiti e tutelati – afferma il primo cittadino che precisa di mantenere ferma la propria posizione al pari di altri sindaci, come quelli di alcune grandi città italiane.
“Rispetto le istituzioni superiori ma vado avanti. A oggi, nel nostro registro, non c’e’ alcuna iscrizione e chi vuole puo’ iscriversi. Evidentemente c’e’ ancora una certa resistenza fra i cittadini”. Contro la sortita del titolare del Viminale si schiera anche Gianni Di Marco, vescovo della Chiesa Cattolica Ecumenica, di Alba Adriatica, che chiede di non disattendere il dovere di garantire l’uguaglianza e la giustizia sociale.
“La Chiesa Cattolica Ecumenica, con valida successione apostolica, fondata dall’Arcivescovo Primate Mark Steven Shirilau, e’ contraria e si oppone ad ogni sorta di ingiustizia e discriminazione sin dalla sua fondazione nel 1987. Riteniamo che limitare il matrimonio a qualsiasi sottoinsieme sessuale della popolazione non sia coerente con una visione di giustizia e di uguaglianza. Le leggi statali che arbitrariamente negano il diritto alla dignita’ dell’amore, violano la liberta’ degli individui, operano discriminazione e disattendono alle direttive piu’ volte affermate sia in campo europeo che internazionale”.
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