Partiti i sigilli di 800 balconi CASE


L’Aquila – (Foto: balconi crollati e la pm D’Avolio) - Nastri di plastica e sigilli per 800 balconi che sporgono (talora pericolosamente, visto che crollano…) dagli edifici detti CASE in 5 delle 19 new town per terremotati spuntate attorno alla città. Si è cominciato questa mattina a Cese di Preturo. Ed è venuta fuori anche qualche sorpresa: case vuote da mesi, inquilini che vivono altrove, persino subaffitti. Irregolarità che saranno perseguite in accertamenti giudiziari a parte.
Ordine della Procura, che indaga sul crollo di un balcone e tramite la forestale ha già appurato cose allucinanti: edifici muniti di balconi a rischio, precari, fatti di legno cattivo e marcito, appiccicati alle facciate e non ancorati a regola d’arte. Una storia da far drizzare i capelli, un’altra nel tormentato doposisma aquilano. Per ora nessuno è indagato, ma si ritiene che la PM D’Avolio (uno dei pm del processo grandi rischi) che staarriverà a conclusioni molto diverse man mano che va avanti e acquisisce carte, perizie, elementi capaci di precisare accuse e responsabilità. Sotto torchio infatti non solo gli imbroglioni da strapazzo, i fornitori di legni cattivi, i maneggioni che con il sisma hanno fatto soldi e poi, magari, si sono anche squagliati e dissolti in fallimenti.
Le indagini puntano su tecnici, controllori distratti, collaudatori con gli occhi chiusi, verificatori. Insomma tutto il caravanserraglio che doveva fare e non fece. Nell’emergenza, la sicurezza doveva essere garantita. Ora bisogna vedere quanto lo fu.
Da oggi gente sigillata in casa, finestre non utilizzabili se non per prendere aria. E i panni lavati, per esempio, dove li metteranno ad asciugare? Si potrà vivere in case con balconi sigillati, con il sospetto che non siano solo i balconi a presentare difetti e rischi. Un incubo, e gli appartamenti sono migliaia… con migliaia di persone dentro. Quanti soldi occorreranno per gli interventi? Chi pagherà? Ma soprattutto, quanto tempo servirà per dormire tranquilli? Da queste parti se non è il terremoto a dare ansia, sono le case dio cartone con balconi di cartone marcio che crollano.
I sigilli sono in corso. Le promesse di costituzione di parte civile arrivano: prima il Comune, poi anche la Protezione civile nazionale. Alla quale bisogna chiedere prima di tutto dov’era quando si costruiva in fretta e furia, e se controllava le opere e i costruttori. Emergenza, sicuro, va bene: ma anche 1 miliardo di euro spesi. E ora i crolli. Le infiltrazioni di acqua, i difetti idraulici, persino i lampioni stradali che crollano e sono pericolosi per i passanti. E’ troppo davvero. La gente è sdegnata, stomacata.


06 Ottobre 2014

Categoria : Cronaca
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