Case e balconi, andiamoci cauti


L’inchiesta sui balconi che si spiccicano e crollano perché fatti con legno marcio e attaccati con lo sputo anziché reti elettrosaldate e ferro edilizio ben ancorato, potrebbe essere clamorosa, se venisse fuori che i balconi di questo tipo sono centinaia. E che quindi costituiscono un rischio enorme per l’incolumità delle persone. Ma è così? Andiamoci cauti.
Gli accertamenti sono in atto, e chi li sta conducendo avrà il dovere rigoroso di farne conoscere i risultati a tutti i cittadini. I dati raccolti in faldoni e scatoloni da addetti ai lavori non servono, perché la verità va detta a tutti, costi quel che costi e coinvolga chi deve coinvolgere.
Va ricordato anche che molte case sono già rotte, piene di acciacchi, degradate da cattiva manutenzione. Ci sono problemi con i pavimenti, con gli impianti idraulici, con gli infissi, con le infiltrazioni. Con pannelli solari pagati, installati e mai usati. E ce ne sono tanti anche con i raid di ladri e vandali nei ricoveri delle auto, specie quelli esposti all’aperto. Sommando, una qualità della vita piuttosto deprimente.
Però ci sono case giudicate buone, da chi le abita, in interi quartieri, nelle quali la gente vive se non bene, discretamente. I map piccoli sono discreti quasi ovunque. Emerge purtroppo solo il male, mai le cose migliori o meno peggio. Il male fa notizia.
Come che stiano le cose, è sicuro che per i balconi e per gli interventi di risanamento in queste case costate una somma enorme (ma ci sono i pilastri d’acciaio e i dissuasori sismici ad accrescere i costi) richiederanno molti soldi. Un’altra ondata di risorse da reperire e da usare. Va raccomandato a tutti – ma forse i più accorti ci hanno pensato – che speculazioni, mazzette, bustarelle, lucri indebiti, imbrogli, trucchi e altri giochini che ben conosciamo, non sarebbero tollerati. Là dove si comanda non credano che la gente sia disposta a sopportare proprio tutto, a inghiottire pattume all’infinito. C’è un limite, dopo il quale s’impone il forcone. Ci siamo. E poi, chi ci capita, ci capita. La falce non distingue il grando dal loglio.



05 Ottobre 2014

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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