Orsi mordaci e camosci morti, quanti dubbi
Ofena – Il Cospa di Dino Rossi intende vederci chiaro anche nella vicenda dell’operaio aggredito da un orso a Pescasseroli, e sulla vecchia storia dei camosci trovati morti nel Parco d’Abruzzo. Ha pertanto interrogato le autorità competenti, ponendo loro alcune domande che sicuramente meritano una risposta (per ora non arrivata). Emerge una totale disinformazione, da parte di ha il dovere di procurla, su fatti come l’aggressione dell’orso e la morte dei camosci. Chi e perchè tende a occultare certi episodi? Ecco le domande di Dino Rossi del Cospa.
“In seguito alla vicenda della aggressione ai danni del custode dell’orso, custodito in una gabbia nel Parco Nazionale, ci sono alcuni aspetti a noi sconosciuti e non riportati sulla stampa, per tanto, con la presente si chiede agli origani in indirizzo, quanto segue:
1. se il custode ha conseguito il corso di abilitazione allo svolgimento delle mansioni relative alla custodia di animali feroci.
2. se è stato avvisato la ASL dell’accaduto e se a tutt’oggi, l’animale è sotto sorveglianza per l’esclusione dalla rabbia.
3. se la gabbia rispetta la normativa sulla 626 (normativa vigente anche nelle aziende agricole)
4. se in precedenza sono stati fatti i sopralluoghi dalla ASL di competenza, per verificare la struttura che ospitano i due orsi, risponde ai requisiti del caso.
Inoltre si chiede di sapere:
1. se sono pervenute le analisi definitive sui camosci trovati morti durante il ferragosto
2. quali sono le motivazioni che ha bloccato la movimentazione dei Camosci da trasferire nei monti Sibilinni
3. se il dipartimento di sanità animale di Castel di Sangro ha adottato i provvedimenti necessari nei confronti dell’ente Parco, per l’interramento abusivo delle carcasse dei camosci riportati dall’IZS di Teramo, (senza autorizzazione del trasporto sia per l’andata che per il ritorno).
4. per quale motivo il Sindaco di Civitella Alfedena non è stato avvertito dagli organi competenti dell’interramento delle carcasse dei camosci morti a causa di malattie infettive.
Si spera che chiunque abbia dato l’autorizzazione a l’interramento abbia osservato almeno il vincolo idrogeologico”.
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