Previsioni meteo, quale sarà l’orizzonte?
L’Aquila – Ogni pioggia può essere una “bomba d’acqua” (l’ultima mania del linguaggio giornalistico), ogni vento può essere tempesta, ogni temporale può portare allagamenti, danni, disastri. I sistemi fognari non smaltiscono più l’acqua. I fiumi tracimano. Disastri a catena, danni enormi, anche all’agricolturta. Eppure, le previsioni meteo, oggi, sono fortemente approssimative, spesso inaffidabili, possono spingersi al massimo a due giorni, quasi sempre risultano contrastanti tra loro secondo le varie fonti: i fenomeni più violenti, infine, non vengono previsti nè, comunque, se lo sono, se ne limitano i danni e la conseguenze. C’è forse chi sceglie di tacere? C’è chi preferisce le parate degli interventi di soccorso e le medaglie? Speriamo non sia così, però qualche sospetto c’è.
Gli specialisti vengono comunque colpevolizzati, additati, specie dal grande pubblico, ma la colpa non è certo la loro. O non soltanto la loro.
La verità, dicono alcuni, è che mancano i mezzi adeguati per prevedere – usando enormi quantità di dati – con affidabilità, i fenomeni sono sempre più spesso estremi, violenti, dovuti ad una mutevolezza ambientale fortissima. Inoltre, le previsioni meteo non possono avere un’attendibilità elevatissima.
Quale potrà essere il limite possibile per le previsioni meteo? Possiamo puntare ad una previsione mensile o stagionale affidabile? Più in generale, dove si colloca l’orizzonte previsionale? A due settimane o oltre?
I risultati degli anni Settanta e Ottanta ci hanno portato alla conclusione che fosse possibile arrivare ad un limite di due settimane per una previsione istantanea e locale e che la previsione mensile dovesse rimanere un sogno. Al contrario gli ultimi venti anni hanno visto centri come l’ECMWF (European Centre for Medium Range Weather Forecast) estendere il limite delle due settimane grazie ad una combinazione di componenti migliorate dei modelli e degli algoritmi usati per stimare gli stati iniziali e quelli di previsione, l’utilizzo di migliori osservazioni e l’adozione di griglie più strette. I processi atmosferici si sono fatti più realistici, e i processi oceanici, gli aerosol e le specie chimiche incluse nei modelli di previsione. Gli algoritmi sono stati aggiornati prendendo in esame tutte le possibili fonti di incertezza.
Questi progressi hanno permesso l’estensione della previsione numerica di ensemble fino alla scala sub stagionale e stagionale e previsioni affidabili sono oggi rilasciate con settimane di anticipo. Finora comunque, a nostra conoscenza, non c’è stata una investigazione sistematica e consistente di dove si trovi l’orizzonte affidabile di previsione, guardando un certo numero di variabili, di aree e campi di variabili mediate su volumi di spazio tempo quadri dimensionali.
Nel seminario, dal titolo “The forecast skill horizon”, cioè l’orizzonte previsionale, che si terrà giovedì 2 ottobre alle ore 15.00 nell’aula 2.1 di Coppito1, il Dr. Roberto Buizza Direttore della Divisione Predicibilità del Centro Europeo per la Previsione Meteoreologica a Medio Termine (ECMWF) introdurrà il concetto di “Forecast Skill Horizon” (FiSH) e illustrerà come la lunghezza del FiSH è calcolata per previsioni locali e istantanee, e previsioni mediate su volumi quadridimensionali. I risultati ci permettono di stabilire dove si trova l’orizzonte di previsione oggi e di discutere se sia possibile una sua estensione.
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