Rete neonatale, studi prima di chiudere
L’Aquila – “Prima di procedere alla chiusura dei punti nascita dovra’ essere effettuato il potenziamento strutturale e organizzativo dei reparti di ostetricia e ginecologia che resteranno attivi, e si dovra’ valorizzare ulteriormente il collegamento funzionale dei punti nascita e delle neonatologie con la rete regionale di emergenza”.
Lo sottolinea Gianni Chiodi, Consigliere regionale di Forza Italia ed ex commissario alla sanita’, intervenendo nel dibattito sulla possibile chiusura dei punti nascita di Ortona, Atri, Penne e Sulmona, annunciato dall’Assessore regionale Silvio Paolucci.
“Il ministro Fazio – spiega Chiodi – quando, nel 2010, fece approvare in sede di Conferenza Stato Regioni le linee di indirizzo nel percorso nascita, stabili’ la chiusura di quei punti nascita che non raggiungevano i 500 parti l’anno, valutando delle possibili deroghe per i punti nascita collocati nelle aree geografiche piu’ isolate. Mi sono sempre rifiutato di firmare quel decreto – ricorda Chiodi – in quanto il documento di programmazione sui punti nascita redatto dall’Agenzia sanitaria regionale si basava sui ricoveri ospedalieri del 2011 e dei primi 10 mesi del 2012. Per fare un esempio, tra i punti nascita da chiudere c’e’ anche di quello di Ortona, che ha raggiunto 513 parti nel 2010, 525 nel 2011 e 524 nel 2012. Solo nel 2013 se ne sono registrati ‘appena’ 492, ma nel 2014, ad oggi, gia’ ha raggiunto i 409 parti, tanto che nemmeno l’Agenas nell’elenco dei punti nascita da chiudere per regione lo indica quando parla dell’Abruzzo. Questo vuole dire che e’ necessario uno studio piu’ approfondito sull’intera rete neonatale prima di firmare decreti di chiusura definitiva”.
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